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Tortura del Seno
di Sa_Ma
inserito da Sa_Ma - 03/07/2012 - Letto 24208 volte.
La tortura del seno (come nell’uomo il CBT, cock & ball torture) ha profondi risvolti psicologici perché coinvolge una parte anatomica strettamente legata all’identità sessuale, uno dei simboli della femminilità. E’ un organo posizionato “strategicamente” per essere torturato anche solo con le mani guardando negli occhi la Schiava fino a che non abbassa gli occhi nelle situazioni più varie, anche in pubblico senza dare (troppo) nell’occhio.
Nell’uomo i capezzoli sono, generalmente, meno sensibili che nella donna. La loro tortura è però una pratica molto comune anche se le possibilità di gioco sono naturalmente “ridotte”.
Il seno femminile è un organo molto complesso che racchiude la ghiandola mammaria da cui originano i dotti che trasportano il latte (dotti galattofori) che terminano nel capezzolo che, nella donna e in misura minore nell’uomo, è ricco di terminazioni nervose con complesse connessioni legate anche alla stimolazione sessuale. Il seno è attaccato alla gabbia toracica da fasci muscolari e tendinei e contiene una certa quantità di tessuto grasso sottocutaneo

Vista la diffusione di interventi di chirurgia estetica sul seno inizio proprio da un quesito abbastanza comune: è possibile e sicura la tortura del seno in presenza di protesi mammarie?
La risposta è... dipende.
Diciamo innanzitutto che esistono due approcci alla mastoplastica: protesi sottoghiandolare e protesi sottomuscolare. La prima è la più facile ed economica e per questo è la più comune, preferita dai chirurghi e dalle donne motivi economici e di rapidità operatoria. Con questo intervento la protesi è più superficiale (disastroso effetto a “palloncino gonfiato”) e quindi più soggetta a traumi. Con l’intervento sottomuscolare si ha maggiore protezione.
Si, ma per il BDSM?.... beh, in tutti e due i casi certi giochi non sono possibili.
Ad esempio: bondage serrati, frustate, schiaffi e colpi vari sono assolutamente da evitare non solo per il rischio di rottura della protesi ma per il più concreto rischio della sua dislocazione. La pressione esercitata su una piccola superficie (es. frustata o punta di un cane) è assolutamente da evitare. E’ possibile usare un flogger morbido ma con delicatezza. In caso di protesi ci si può concentrare sul capezzolo evitando trazioni forti. Per esempio ricordarsi che un peso di 100 gm fatto oscillare può facilmente arrivare ad esercitare una forza 10 volte superiore.
Aghi….. discorso complesso.. In linea teorica infissioni superficiali TANGENZIALI alla cute dovrebbero essere sicure... ma se si sbaglia? la perforazione del capezzolo da parte a parte non dovrebbe causare problemi (alla protesi).

Altra domandona: traumi al seno e cancro.
Qui è facile rispondere. Sono stati fatti studi clinici che escludono una relazione tra traumi al seno e insorgenza di carcinoma mammario.

Domandona meno semplice: BDSM e mastopatia fibrocistica.
Evitare giochi duri nelle fasi di acutizzazione della mastopatia.

Bondage del seno
Qui, per la parte “tecnica” ci vorrebbe il supporto del mio caro amico e Maestro di bondage, Dr. Fatso. Comunque, combinando assieme la sua esperienza di bondager e le mie conoscenze mediche, si può dire che il bondage del seno con il classico sistema dello Shinju (nelle sue varie combinazioni e varianti) non presenta problemi. Un bondage ben fatto, con i nodi posizionati in modo tale da non spingere sui punti di emergenza dei nervi spinali e sui grossi fasci nervosi e vascolari non crea problemi di sorta…. Ovviamente se “ben fatto”. In particolare lo Shinju non blocca la circolazione e può essere tenuto a lungo (il concetto di lungo e corto nel bondage è molto variabile e dipende da tanti fattori… per definizione accertarsi sempre che la parte legata non cambi colore e che non si raffreddi e/o perda sensibilità….
Differente è il caso del bondage circolare serrato alla base del seno che si vede in parecchi filmati e foto. A mio modo di vedere questo bondage, tipico su seni “importanti”, presenta rischi perché tende a ridurre il flusso sanguigno. Non a caso nelle immagini di questo tipo di bondage il seno assume sempre preoccupanti colorazioni rosso-viola che indicano un bondage troppo serrato e/lungo. Inoltre un bondage di quel tipo è difficilmente rimuovibile con rapidità in caso di emergenza.
Mai, e sottolineo mai… colpire con cane o fruste un seno legato in quel modo. I tessuti interni ed esterni sono sotto tensione e un colpo potrebbe produrre lesioni interne abbastanza gravi. A tale proposito il risultato di forti colpi sul seno (legato o no) può essere è la necrosi del tessuto adiposo che, oltre ad essere dolorosissima produce antiestetici avvallamenti e disarmonie del seno.
Molto spesso, una volta rilasciato il bondage circolare serrato, la cute del seno si copre di antiestetici ematomi per stravasamento dai capillari.
Globalmente direi che è meglio lasciar perdere.

Altro capitolo controverso: sospensione per il seno
Si vede in film e se ne parla molto. Esteticamente molto bella... ma...
Il rischio di lesioni alla muscolatura e ai legamenti che sostengono il seno è molto alto ed aumenta con la ripetizione della pratica. Bisognerebbe saper valutare tantissimi elementi alcuni dei quali non valutabili (es: resistenza ed elasticità delle fasce muscolari e tendinee). Globalmente, secondo me, e una pratica da NON fare.

Pinze, mollette, elastici ecc:
Sono uno degli strumenti di tortura più utilizzati sul seno. Il loro principio di azione è comune. Si basa sulla induzione del dolore in seguito alla ischemia (blocco della circolazione) su una piccola zona, quella dove stringono le pinze. A questo si può aggiungere il dolore della trazione se con pesi o altri mezzi si tira la cute.
Con le mani il dolore non è provocato tanto dalla ischemia quanto dalla torsione
Tipicamente la tortura è sul capezzolo.
Attenzione… ho detto ischemia…. Bloccando la circolazione attraverso una serie di meccanismi chimici si stimolano i recettori del dolore che resteranno attivi per un po’ di tempo (per un sadico è il momento in cui guardi la tua schiava negli occhi per vederne la sofferenza…). Se la persona riesce a reggere il dolore (dipende dalla soglia individuale) ad un tratto non ne sentirà più… e si tende a pensare che si è “abituata” al dolore…
Sbagliato!!! Non si sente più dolore perché i recettori si sono “scaricati”. Il dolore è un meccanismo di difesa.. Se il dolore cessa l’ischemia continua… quindi a questo punto c’è il serio rischio di combinare guai (se non sono già stati combinati).
Come sano principio di sicurezza bisognerebbe ricordare sempre che arrivare a non sentire più dolore è pericoloso e ,dal punto di vista BDSM, assolutamente inutile. Inoltre il dolore più violento si ha nel momento in cui si toglie la pinza, con i recettori ben funzionanti, quando il sangue torna a circolare liberamente….
Le mie pinze preferite sono le “clover clamps” giapponesi, si impugnano facilmente e si tolgono con grande rapidità. Hanno il vantaggio di aumentare la presa se sottoposte a trazione con pesi o altro, con minore rischio di scivolare. Una pinza in trazione che scivola facilmente produrrà una abrasione che, sul capezzolo (o altrove), non è mai piacevole.
D’altro canto queste pinze sono MOLTO dolorose….

Elastici: Esiste una cerchia di estimatori che utilizza uno strumento chiamato “elastrator” per posizionare elastici molto stretti (costruiti appositamente) su varie parti del corpo, inclusi i capezzoli. L’uso non-BDSM (umano) di questo strumento è quello di castrare gli animali bloccando la circolazione del testicolo (in pratica producendo un infarto/infarcimento testicolare).
Ho visto questo strumento in vendita in alcuni sex-shop anche in Italia.
Dato che la rimozione dell’elastico non è cosa semplice è chiaro che questo strumento, in mani sia non esperte che esperte, è una roulette russa. Chi lo usa DEVE sapere esattamente cosa sta facendo.
Elastici normali: ho pochissima esperienza; il principio di funzionamento è lo stesso di quello delle pinze: il blocco della circolazione. Se non troppo serrati dovrebbero avere il vantaggio di poter essere tenuti a lungo provocando un dolore non acutissimo ma costante.
Secondo me (ripeto… secondo me) rimane il rischio della difficoltà a toglierli rapidamente in caso di emergenza. Inoltre, per lo stesso motivo, alla rimozione non producono quel dolore violentissimo tipico della clover clamp aperta all’improvviso.

In generale ricordare quanto detto a proposito del bondage: perdita di sensibilità e cambiamenti di colore cutaneo indicano che si è già andati “oltre” …. Colpi sui seni
Come detto prima bisogna utilizzare molto buon senso.Il seno è una struttura ghiandolare e quindi non particolarmente resistente. Gli ematomi profondi sono molto dolorosi e possono lasciare inestetismi e accumuli fibrosi che potrebbero interferire con una corretta diagnostica preventiva del carcinoma mammario. Personalmente tendo a non usare nulla di più forte di un flogger o di un sottile cane di rawhide (tendine essiccato lavorato come il nerbo di bue) con molta delicatezza.

Aghi
Sono in circolazione film di torture estreme del seno che mostrano perforazioni profonde con aghi da biopsia o spiedini… il buon senso e la logica ci dicono che queste pratiche non sono sicure. A mio modo di vedere l’uso di aghi sul seno deve essere limitato alla cute, quindi alla superficie cutanea lasciando stare la ghiandola mammaria. Certo, la ghiandola mammaria si può perforare senza problemi, si possono aspirare cisti, fare biopsie sotto guida radiologica o ecografica… ma queste cose lasciamole fare a chi se ne intende sul serio e soprattutto nell’ambiente adatto.


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