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Quello di cui il Master ha bisogno
di David Stein
inserito da bea_t_me - 24/12/2012 - Letto 10693 volte.
Questo saggio è stato tradotto dall’inglese e pubblicato su Legami.org per esplicito consenso e gentile concessione dell’autore. Per la versione originale, visitate il sito www.boybear.us
 
Copyright ©1997 by David Stein 

 

Tempo fa, ho postato alcuni "pensieri notturni", intitolandoli "I Bisogni degli slaves". Il risultato è stato ben accolto (ho avuto più richieste di farne copie o  pubblicazioni sul Web di qualsiasi altra cosa abbia scritto). Era un po' che pensavo di completarlo con un'analisi  dei bisogni del Master, ma la gestazione è stata  lunga e difficile, indubbiamente perchè il modo di pensare dei Master per me è un territorio sconosciuto. Tuttavia, stimolato da alcuni Dominanti che conosco, mi è sembrato di essere arrivato ad una struttura concettuale che meriti almeno di essere discussa.

 

Tanto per chiarire  subito, io parlo di Master (in inglese,Master significa anche Maestro, Mastro), nel senso di proprietario di schiavi concensuali,non di Maestro in qualche Arte o Mestiere, anche se le due cose non si escludono affatto a vicenda. Inoltre, per "bisogno", intendo qualcosa di simile ad una "condizione necessaria", cioè , qualcosa di indispensabile proprio per essere Master, non necessariamente un buon Master, o un Master di un certo tipo. Molti altri fattori intervengono nella formazione di un Master! Inoltre, anche se l'uso del pronome maschile non implica affatto che io stia descrivendo esclusivamente l'aspetto maschile della dominanza, le lettrici (o i lettori eterosessuali) dovranno decidere autonomamente quanto possa essere adatto alla loro situazione. Dato che sono gay, mi sento di scrivere solo utilizzando il mio lessico e la mia esperienza gay maschile. 

 

Ricapitolando brevemente il saggio precedente,  avevo identificato alcune necessità fondamentali dello schiavo: necessità che debbono essere soddisfatte per evitare che la schiavitù stessa tenda a logorarsi. Queste necessità non sono necessariamente quel che ogni singolo schiavo desidera, quanto piuttosto quel che deve avere al fine di essere funzionale al suo ruolo, ed io ho suggerito quindi  che uno schiavo possa essere giustificato nell'essere tanto "egoista" quanto serva per assicurarsi, sia durante la negoziazione che quando la relazione è cominciata, la soddisfazione di tali necessità.


Le necessità dello schiavo sono state identificate da 3 termini chiave, ognuno dei quali fa riferimento ad una moltitudine di concetti correlati.


- Direttiva/direzione/guida, che include leadership, scopi, obiettivi,  valori -  tutto ciò che è implicato nel consentire ad un'altra persona di controllare la tua vita, i tuoi movimenti e di possedere il tuo essere. E' impossibile lasciarsi andare a questo tipo di controllo con qualcuno incapace di pianificare la tua vita, e che si limita a dare ordini a vanvera. Se uno schiavo deve seguire ciecamente un Master, il Master deve sapere dove sta andando e come arrivarci. Indossare collare e guinzaglio implica essere condotti da qualche parte.


- Disciplina, che include non soltanto le punizioni, se necessarie, ma anche regole, standard di comportamento, giudizi, valutazioni, supervisioni e training. Venire disciplinato, seguire le regole, dover rispettare degli standard di comportamento, essere controllato e corretto -  sono tutti modi per far sentire lo slave in sintonia con i voleri del Master e parte dei suoi piani. La mancanza di disciplina è avvertita immediatamente, e giustamente, come mancanza di interesse o attenzione, e se tale carenza persiste, uno slave finirà per sentirsi estraneo al suo ruolo ed al suo Master.


- Servizio, che comprende non solo lavorare per il bene del Master, o come egli comanda, e essere usato sessualmente per il suo piacere, ma anche tutti gli altri modi con cui lo slave mostra rispetto per la condizione del Master e lo onora come, Padrone, Mentore, Guida, Anziano (non necessariamente in base all'età), Autorità e persino simbolo di Divinità. Lo schiavo  cui non è consentito servire, che non è usato al meglio delle sue possibilità, è come un fedele a cui viene negata la possibilità di adorare il suo Dio.


Ci sono concetti guida comparabili che possano  esprimere le necessità essenziali di un Master? Credo che ci siano, e anch'essi ricadono in una triade: Indipendenza, Connessione, e, ancora, Servizio, sebbene in questo caso è  l'essere servito invece che il servire, che costituisce il bisogno.


INDIPENDENZA

Un Master deve essere libero di seguire la sua strada, altrimenti non sarà in grado di dirigere uno schiavo. Nessuno è del tutto indipendente, naturalmente, ma, relativamente parlando, il Master è un individuo che cerca di organizzare la propria vita in modo da doverne rispondere prima di tutto a se stesso. Questo non vuol dire  che un Master debba essere ricco, o avere un lavoro autonomo, sebbene l'avere "mezzi propri" o "l'essere il principale di sè stesso" nel lavoro può certamente aiutare a raggiungere l'indipendenza. E' possibile, anche se difficile, mantenere la propria indipendenza anche come lavoratore dipendente, finchè si è disposti a licenziarsi se le pretese del datore di lavoro entrano in conflitto con la propria coscienza, i propri obiettivi o il proprio stile di vita. Un Master può anche  essere relativamente povero se ha la capacità di vivere con pochi mezzi senza sentirsi in ristrettezze. Può anche  essere giovane, se è in grado di vivere a modo suo e non deve rendere conto ai genitori ogni volta che va e viene di casa. Quel che non può essere, almeno nell'esercizio delle sue funzioni di Master (cioè,  esercitare il controllo sullo slave), è essere a completa disposizione di altri e dipendere dall'altrui approvazione prima di poter fare qualunque cosa.


Un certo grado di indipendenza è essenziale per la Dominazione anche quando il Master fa parte di una organizzazione gerarchica come la polizia, l'esercito, un ordine religioso, o le family della vecchia guardia "leather", o anche quel più recente tipo di intrico di relazioni in cui si può  giocare da dominante o da sottomesso a seconda della persona con cui ci si relaziona. Un operaio o un apprendista possono perdere tempo ad aspettare l'approvazione del loro capo, un Master non può. Anche quando il Master è subordinato ad un altro Master,  deve comunque avere la libertà di prendere decisioni autonome, commettere errori ed esserne l'unico responsabile, così come noi tutti siamo responsabili del nostro comportamento,qualunque cosa facciamo.


CONNESSIONE

Il contrappunto all necessità di indipendenza del Master è rappresentato dalla necessità di  legami con altre persone e col mondo che lo circonda. Un Master non può essere un solitario, o altrimenti, come potrebbe possedere uno schiavo? Un Master è improbabile che possa essere un vagabondo o un girovago, poichè questi tendono a non possedere proprietà. L'avere radici e proprietà va a vantaggio dell'indipendenza (a meno che il tuo passato e le tue proprietà posseggano te, invece del contrario). Ci sono eccezioni, ma i Master tendono a creare i propri domini in cui  possono essere circondati da oggetti propri, scelti e disposti in armonia col loro volere. Questo impulso può essere ben rappresentato nel "dungeon" per la pratica BDSM, che può essere una casa o una grande tenuta, ma sono rari i Master che non vorrebbero costruire un proprio "castello" per esserne il Re, al suo interno.


Il desiderio di piegare al suo volere ciò che lo circonda, significa paradossalmente che un Master è  consapevole del suo ambiente naturale e rispettoso di ciò che può o non può aspettarsi dalle persone che incontra, più di chiunque abbia una visione meno "entusiastica" della vita. In sostanza, non si può controllare ciò che non si capisce, e non si può comprendere ciò di cui non si ha neanche la percezione. L'esercizio della Dominazione è come una danza, o una forma di arte marziale, in cui  si conduce seguendo e si sconfigge cedendo, a patto che si rimanga profondamente consapevoli di tutte le forze e le masse in movimento, in ogni istante. Poche persone posseggono l'insito potere di imporre semplicemente il loro volere sugli altri o sulla natura. Piuttosto, si tende a sedurre,  a blandire, e anche a minacciare la propria controparte al fine di conquistarla.

Per quanto riguarda lo schiavo, il Master deve conoscere il proprio slave meglio di quanto egli stesso si conosca. L'energia spesa nel possedere uno schiavo contro la sua volontà è sprecata, perchè non serve al fine ultimo del Master, bensì  solamente per assicurargli un mezzo al suo fine. Piuttosto, il Master deve utilizzare la volontà e la resistenza dello slave,(contro lo stesso slave),per riuscire a condurlo a sè senza usare la coercizione. Al fine di  catturare lo spirito dello slave, cosi che egli sia il proprio carceriere, il Master necessita di avere una profonda connettività non solo con lo slave, ma con tutto l'intero mondo che comprende la loro relazione, perchè lo spezzarsi dell'incantesimo può arrivare da tutte le direzioni. Osservazioni dalla famiglia dello slave o dai suoi amici, cose che sente o legge, incontri casuali in palestra o dal verduraio, ogni cosa di queste può innescare una ribellione, se il Master è disconnesso o disattento.


Ciò detto può sembrare un tantino sinistro,ma, ad ogni modo la connessione più efficace tra il Master e il suo slave è l'amore e la dedizione. Uno schiavo che sa di essere altamente valutato, considerato un possesso prezioso, può essere maggiormente in grado di superare quel tipo di disaffezioni e disillusioni passeggere che sono inevitabili nella vita di chiunque sia usato duramente e da cui  ci si aspetta grandi sacrifici. E, a volte,sono proprio il possesso e il controllo a determinare la rottura  del ghiaccio emozionale, per così dire, dando,così, via libera al Master di esprimere il suo profondo amore che esiterebbe a rivelare ad un partner paritario o non sottomesso. Alcuni diranno che un Master non si debba mai innamorare del proprio slave, ma per altri, è solo di questi che Egli potrà  veramente innamorarsi . Gli altri uomini sono visti come concorrenti, oppositori, forse temporanei alleati , e ,comunque,sempre  poteri indipendenti di cui diffidare, mentre il Tuo slave appartiene a Te, è il Tuo alterego, il Tuo specchio, il Tuo supporto e compagno sempre fedele.


SERVITU'/SERVIZIO

Sia per il Master che per lo slave, il servizio è l'atto definitivo di transazione. (Devo questa riflessione a Joseph Bean, un Master nel vero senso della parola). Il Master che necessita di essere servito, accetta la servitù dello slave, o lo prende "in servizio", mentre lo schiavo, desideroso di servire, rende servizi o "entra in servizio". E' una transazione reciproca, spesso assolutamente privata, molto differente dal significato predatorio di "usare" un'altra persona e che spesso è confuso con la Dominazione. Se qualcuno è usato contro il proprio volere, egli non sta rendendo un servizio e non lo è neanche spingere le proprie attenzioni verso qualcuno che non le vuole.

Non tutti quelli che hanno ottenuto un certo grado di indipendenza o hanno messo radici, necessitano o vogliono essere serviti. Molti (la maggior parte?) delle persone negli Stati Uniti o in Canada, infatti, independentemente dal loro livello di richezza, si sentono a disagio riguardo al "servizio", sia nel darlo che nel riceverlo, questo forse è il segreto inconfessabile della decantata "economia della servitù". Le persone che servono di mestiere,spesso,lo fanno male e malvolentieri e quelle che sono servite, lo accettano  sentendosi in colpa e a disagio,al punto da esserne persino intimoriti. L'avvento dei "servi meccanici", come,ad esempio, i risponditori automatici nelle banche e lo shopping online è di grande sollievo per molte persone. Anche lo shopping telefonico è più gradevole, per molti di noi, che l'interagire di persona con un commesso in un negozio.

Dominanti e sottomessi,di contro, sono maestri nell'arte del servire. Sono in grado di, rispettivamente,ricevere e fornire un servizio,  con gioia e stile. Può sembrare  che il bisogno di servire dello slave sia più grande del desiderio del Master di essere servito, visto che spesso gli slaves sono così pateticamente grati di essere stati ammessi a servizio (è importante,però, distinguere tra "servire" e "fare cose sessuali che ti piacciono";possono anche sovrapporsi, ma il primo non è sinonimo del secondo). Personalmente, trovo veramente duro accettare che il bisogno di essere servito di un Master sia grande quanto quello di servire dello slave. Ma, più ci penso, più sembra vero, perchè nessuna persona comune tollererebbe  la quantità/tipologia di servizio richiesto allo slave dal proprio Master, e goderne, anche !  "Mamma, per favore, preferisco fare da me" era il motto degli anni '50 quando ero piccolo, e la maggior parte dei maschi americani sono stati educati ad essere il più autosufficiente possibile (con opportune eccezioni,quali cucinare, pulire casa e rammendare i vestiti!). Avere,effettivamente, uno slave seduto ai propri piedi, in attesa di ordini, o che prenda l'iniziativa di iniziare a massaggiare i piedi, farebbe rabbrividire la maggior parte dei gay americani ; ci sono diverse trasposizioni comiche, nell'arte erotica e in altri campi, sullo zelantissimo schiavo, la cui costante prontezza nel servizio, dà sui nervi a "Master".


La mancanza di interesse nell'essere serviti è una delle ragione per cui la maggior parte dei Top, non sono Dominanti. Volere semplicemente controllare una situazione, avere un sottomesso che fa ciò che gli ordini,  fargli fare ciò che vuoi, è  molto diverso dal volere che ti serva. Certamente, un Master può anche essere un Dominante  a volte entrambi nello stesso momento, con lo stesso slave/sottomesso. Eppure, l'approccio mentale è assolutamente differente. Il Dominante lavora per esercitare il suo volere sul sottomesso, producendo un risultato voluto nel corpo, nelle sensazioni e nelle emozioni del sottomesso (se il sottomesso apprezzi o meno il risultato, o se lo apprezza retroattivamente, è irrilevante al principio). Il Master, cerca di esercitare il suo volere attraverso lo slave, ottenendo gli  effetti desiderati nel proprio corpo, sensazioni e emozioni e nell'ambiente che lo circonda , per opera degli sforzi dello schiavo. Il Dominante, infatti ,impone il suo proprio volere sul sottomesso, mentre il Master cerca di portare il volere dello schiavo in armonia con se stesso in maniera che lo schiavo possa essere spinto ad agire come se fosse una Sua estensione.


Per uno schiavo, o potenziale schiavo, quindi,  è necessario essere spietatamente "egoista"  nell'apprendimento dei bisogni basilari  per Direzione, Disciplina e Servizio all'interno di una relazione, ed altrettanto spietato, un Master,o potenzialmente tale, nel raggiungimento della propria Indipendenza, Connessione, e Servizio. Tutto il resto può essere frutto di negoziazioni o compromessi, nell'ambito di  una vitale relazione Master/slave che durerà tanto quanto questi bisogni essenziali saranno riconosciuti da entrambe le parti.


Questo è come la vedo io, ad ogni modo. Commenti, correzioni, e ampliamenti concettuali sono benvenuti.


con stima e rispetto


Schiavo David Stein



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