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Mindfucking nel BDSM
di Skorpio
inserito da Legami - 01/05/2013 - Letto 7016 volte.
Pubblichiamo, con il consenso dell'autore, un articolo che crediamo possa interessare tutti, in calce tutti i contatti


Si dice che una penna faccia più male di una spada. Talvolta una parola fa più male di una frustata. Dai programmi di riforma del pensiero di tipo religioso o ideologico agli interrogatori di polizia, passando per le teorie di Pavlov: ecco il Mindfucking nel BDSM

CHE COSA NON È
È piuttosto importante muoversi anzitutto dicendo che cosa il Mindfucking non sia. La mente umana è in gran parte un mistero, tanto nei suoi meccanismi biologici quanto nel suo funzionamento. Non sappiamo perché ci piacciano alcune cose piuttosto che altre, non sappiamo perché alcune persone condividano emozioni simili e altre abbiano reazioni tanto differenti di fronte alle stesse situazioni. Ma la psicologia e la fisiologia hanno spiegato COME il cervello gestisca questi processi, e ci hanno posto in condizione di condurre, modificare e influenzare queste reazioni ed emozioni. Questo "potere" è stato utilizzato per finalità moralmente discutibili. È stato usato per "trattare" la dissidenza politica nei paesi totalitari come l'Unione Sovietica o la Cina Comunista; è stato utilizzato insieme alla tortura per estorcere informazioni ai prigionieri da governi come il Cile o la Cambogia; tecniche di questo tipo sono utilizzate dalle forze di polizia e in particolare dall'FBI americana per ottenere confessioni dai criminali. È utilizzato dai servizi segreti di ogni nazione per addestrare i propri agenti a compiti specifici, per proteggere informazioni vitali e per ottenerne dagli agenti avversari; è utilizzato per fini pubblicitari, per spingere le persone a comperare specifici beni, come nei messaggi subliminali e in più quotidiane forme di condizionamento tramite i mass media; è utilizzato per l'indottrinamento di culti e religioni grandi e piccole; è utilizzato per suggerire o diffondere nell'opinione pubblica sentimenti di favore o avversione verso specifici soggetti politici, ideologie o nazioni. Tutti questi utilizzi e molti altri sono stati raffinati nel corso degli anni e vengono correntemente utilizzati in moltissime aree del pianeta, incluse quelle più democratiche e progredite. Tutto questo però esula dal Mindfucking quale viene qui trattato, poiché in questa sede si parla di un gioco di sessualità alternativa adulto e consensuale, le cui dinamiche e finalità verranno qui di seguito specificate.

COME FUNZIONA IL MINDFUCKING
Tutti noi abbiamo elaborato una percezione di noi stessi - e del mondo attorno a noi. Queste percezioni sono basate sulle esperienze vissute e le relazioni, a partire dal rapporto con i genitori nell'infanzia e in seguito le esperienze di tipo sociale durante adolescenza e sviluppo. Infine esse si basano sulle percezioni professionali e sociali proprie dell'età adulta. Può essere spaventoso rendersi conto di quanto fragile sia l'equilibrio che tiene insieme queste percezioni, e di quanto facilmente esse possano venire manipolate, persino distrutte. Come si è detto, difatti, la scienza ha studiato tecniche specifiche per queste finalità. Che se ne sia coscienti o meno, tutti noi utilizziamo alcune di queste tecniche - o ne sperimentiamo le conseguenze ogni giorno. È la ragione per cui troviamo orribile l'aspetto di una nuova vettura lanciata sul mercato e dopo breve tempo ci appare piacevole, ed è il motivo per cui siamo travolti dall'emozione quando qualcuno calcia una sfera di cuoio in una porta: ci siamo mai chiesti perché questo gesto ci appaia così "importante" da modificare le nostre emozioni in modo così intenso? È, inoltre, la ragione per cui consideriamo un gesto adeguato oppure inappropriato in un dato contesto
Ora, non fraintendetemi: non credo di essere Morpheus nel film Matrix né Tyler Durden in Fight Club, e non sto per offrirvi una pillola rossa per svegliarvi. Sto soltanto per spiegarvi come il Mindfucking possa essere una intensa e piacevole esperienza BDSM, e questa introduzione serviva soltanto per chiarire il contesto generale. Ogni ulteriore considerazione sulla nostra "libertà" mentale quotidiana e sulla realtà in sé stessa rimane vostro.

CHE COSA È IL MINDFUCKING NEL BDSM
Nel mondo BDSM, le tecniche di cui abbiamo discusso possono venire raggruppate con il termine "Mindfucking", che letteralmente significa "fottere la mente".
In questo ambito, peraltro, queste strategie assumono una prospettiva fondamentalmente diversa. Ad esempio, nell'osservare una scena di tipo BDSM, l'immediata percezione può essere di violenza o abuso. Osservando con maggiore attenzione diventa chiaro che la prima impressione era errata, e che il BDSM sia una esperienza di piacere, rispetto, evoluzione e esplorazione. E questo termine definisce al meglio ciò che il Mindfucking vuole essere nel BDSM: una esplorazione. Nel corso di una sessione di MF il Dominante guida il sottomesso in un viaggio nelle sue paure, nei suoi dubbi, nelle sue debolezze e nelle sue insicurezze. Il Dominante guida il sottomesso a vivere queste esperienze, - la completa emozione di perdersi completamente. In questo processo, il sottomesso non "immaginerà" o "reciterà" scene di sottomissione ma diventerà realmente totalmente vulnerabile a livello mentale. Ecco perché è così tanto importante avere una completa fiducia nel Dominante prima di accettare una simile esperienza. Così come è importante avere a che fare con un Dominante che sappia quello che sta facendo.

MF E RIFORMA DEL PENSIERO
Ci sono dozzine di studi che approfondiscono le forme del "controllo mentale". Tra esse ho scelto questi punti in cui la dottoressa M.T. Singer definisce le condizioni perché sia in atto un processo di "riforma del pensiero":
1. Ottenimento di un controllo sostanziale su tempi e ragionamenti del soggetto, tipicamente tramite il controllo delle variabili fondamentali dell'ambiente in cui il soggetto si muove,
2. Riaffermando sistematicamente un senso di impotenza nel soggetto,
3. Gestendo un sistema di punizioni e ricompense finalizzato a promuovere o imparare una nuova ideologia o un sistema di pensiero,
4. Gestendo un sistema di punizioni e ricompense finalizzato a inibire la manifestazione di dissenso o di comportamenti che riflettano valori e routine della vita "precedente" all'entrata nel gruppo,
5. Mantenendo un sistema chiuso e una struttura autoritaria nell'organizzazione,
6. Mantenendo il soggetto in condizioni di non consapevolezza di ciò che sta accadendo.
Potremmo quindi parlare di MF nel BDSM come un processo di riforma del pensiero volontario, ridotto nei suoi effetti in quanto il sottomesso decide di sperimentarne le condizioni in piena coscienza di che cosa si tratti, nella forma di una "esperienza esplorativa" di se stesso e dei propri meccanismi e limiti.

UN ESEMPIO
Per fornire una piccola dimostrazione pratica di che cosa il MF possa essere nel BDSM, ecco un esempio semplice: prendiamo un dialogo tra un uomo Dominante e una donna sottomessa. Il Dom dirà alla sub: "Voglio che tu mi disubbidisca ora." È immediatamente chiaro che la sub non potrà obbedire all'ordine senza disobbedirlo, e viceversa vi obbedirà se (e soltanto se) vi disobbedirà. È la classica "posizione insostenibile" provocata da una ingiunzione paradossale - ovvero un ordine che nega sé stesso. La sub dell'esempio non potrà in nessun modo obbedire NE' disobbedire. Si ritrova intrappolata in una condizione che squalifica ogni suo tentativo - e di conseguenza la stessa percezione di se stessa. Se questo passaggio risulta poco chiaro basti pensare che all'ordine paradossale venga aggiunta la condizione: "Se vuoi restare mia schiava, disubbidiscimi immediatamente. Se fallisci ti abbandonerò." Risulta chiaro che in gioco non c'è solo un comportamento, ma la stessa definizione di se stessi (la sub che desidera sentirsi "schiava ubbidiente" ma NON PUÒ"). Secondo le leggi della pragmatica della comunicazione, vi è un solo modo per uscire da questa situazione, e sarebbe la possibilità di "commentare" l'ordine impossibile, spiegando al Dom perché non sia possibile obbedirvi o disobbedirvi. Ma questa reazione può avere significato solo quando la condizione sia prodotta da un errore. Quando il Dom è perfettamente al corrente degli effetti del suo ordine non le premetterà di uscirne così facilmente: gli basterà mettersi a ridere alle spiegazioni o mostrarsi seccato e accusare la sub di non essere in grado di obbedire ad un ordine così semplice, ignorando o reprimendo ogni protesta.
Ciò che è interessante è il tipo di effetti che simili situazioni generino nella mente delle persone. Come già Pavlov notava negli anni '30, venire posti e trattenuti in una condizione impossibile provoca l'insorgere di sintomi di nevrosi indotta, la così detta "nevrosi sperimentale".
È un problema della mente: non possiamo accettare di restare esposti a condizioni impossibili di questo genere. Venire trattenuti in questo stato mentale causa un insieme di reazioni tanto consce quanto inconsapevoli.

MF E RELAZIONE DS
Dunque il MF, non diversamente da una tipica relazione di tipo D/s (Dominazione sottomissione) si differenzia da un programma di riforma del pensiero così come descritto dalla Dott.ssa Singer essenzialmente nei punti 3. e 6. A proposito di "promuovere o imparare una nuova ideologia o un sistema di pensiero" il MF in ambito BDSM non sostiene né promuove alcun sistema di pensiero politico o ideologico, né provoca modificazioni stabili. Si tratta di una esplorazione temporanea di stati di disperazione mentale indotta. Proprio su questo punto risultano controversi alcuni aspetti della cosiddetta "relazione D/s" in cui questi processi di "addestramento" vengono reiterati nel tempo con la finalità di rimodellare la percezione di se stesso o della realtà nel soggetto sottomesso. In questi processi il concetto di consensualità tende, ovviamente, a sfumare fino a perdere ogni significato. Anziché condurre il sub a credere qualcosa di differente, il MF si limita a procurare un intenso disorientamento e un intensa sensazione di disperazione correlata a questo stato mentale.
Una volta che il sub è completamente informato di questi meccanismi e desidera ugualmente sperimentare questo processo, resta il problema di definire fino a che punto sia sostenibile condurre il gioco. Talvolta la completa identificazione nel "ruolo" serve al soggetto per "nascondersi" dalla propria vita, dalle proprie opinioni, dai propri dubbi e in genere dalle proprie responsabilità. In questa ottica il MF nel BDSM diventa un rifugio dalla propria vita - il che lo porta ad avvicinarsi pericolosamente ad un tipo di psicoterapia - un modello che non ritengo debba applicarsi al BDSM per le ragioni che spiegherò in uno dei prossimi paragrafi.

I RISCHI - BLOCCO DI RIFIUTO
Potenzialmente, il MF può essere molto pericoloso. Ogni attività umana, persino la più semplice, include dei rischi. Nel BDSM si decide di esplorare un ampio spettro di intense e anche dolorose esperienze, e se in molte pratiche è annunciato un forte stress fisico, nel MF è implicato un intenso e persino insostenibile stress mentale. I danni che una esperienza di MF può generare non sono molto comuni, ma possono avvenire. Uno dei più immediati tra essi non è provocato da "errori" ma semplicemente dal fatto che il sottomesso può non accettare questa esperienza. Se anche vi si fosse avviato in piena volontà, può però scoprire di non essere in grado di sostenerla - e quando questa consapevolezza si affaccia sovente è troppo tardi per evitarne le conseguenze. In breve, quando succede, il sottomesso non riesce più a "giocare" con il Dominante che gli ha praticato MF. Troverà impossibile sottomettersi nuovamente a lui, e non c'è nulla da fare in merito. Si tratta di una sorta di difesa automatica della mente. Ricordiamoci che Mindfucking significa "violentare la mente". Molte volte il sub accetterà questa esperienza e ne uscirà con maggiori consapevolezza di se stesso e persino rafforzato. Talvolta, anche se raramente, la sua mente rifiuterà totalmente l'esperienza di totale debolezza e vulnerabilità subita e allo stesso modo rifiuterà inconsciamente di trovarsi nuovamente in simili condizioni. In altre parole, l'emergere di un blocco di rifiuto nel corso di una esperienza di MF può portare una relazione alla sua fine.

I RISCHI - DANNI MENTALI
Molti altri rischi sono possibili se il Dom non è dotato di adeguata sensibilità per accorgersi fin dove si sia spinta la situazione. Ancora una volta: quando una sessione di MF viene fatta ad arte, il sub è realmente e totalmente vulnerabile. Il nostro ordine mentale è basato su alcuni schemi. Se rompiamo questi schemi, non è sempre così facile rimetterli insieme. Non sono in possesso di fonti affidabili sugli incidenti nel corso di esperienze di MF, ma vi sono molti dati sulle conseguenze di altri usi di forme di pressione mentale, riforma del pensiero e lavaggio del cervello. La conseguenza negativa più comune è l'attacco d'ansia, accompagnato da problemi respiratori, talvolta crisi d'asma o iperventilazione che possono portare a svenimenti. Altre gravi reazioni riportare quali conseguenze di tecniche di persuasione coercitiva sono: forme di psicosi reattive temporanee (specie nella sfera affettiva) in particolare a carico di soggetti le cui famiglie mostrino anamnesi di disordini affettivi; Disordini Postraumatici da Stress (309.89 del DMS III-R); Disordini Dissociativi Atipici (300.15 del DMS III-R) o Stati d'Ansia da rilassamento indotto. Questi sintomi gravi sono tutti riportati solo come conseguenza di trattamenti PROLUNGATI di condizionamento mentale. Non vi sono dati relativi a gravi conseguenze mentali in seguito a esperienze di MF nel BDSM, e va considerato che in questa particolare esperienza il soggetto sottomesso è volontario e informato del processo, il che riduce sostanzialmente gli elementi di danno propri del processo. In ogni caso, questi dati siano di monito per chiunque desideri esplorare questo campo: fatelo con estrema cautela.

MF E PSICOTERAPIA
Ci sono sempre modi diversi per dire al stessa cosa. "Deve essere matto per agire così" - oppure "Deve essere molto coraggioso per agire così". Medesima situazione, differenti descrizioni, differenti percezioni. Ciascuno di noi fonda la propria esistenza su due percezioni: se stesso e la realtà.
Il MF è il processo di modificazione guidata di queste due percezioni. La Psicoterapia può venire descritta nello stesso identico modo. Ma vi sono alcune, importanti, distinzioni. Qualcuno potrebbe descrivere uno psicoterapeuta come una persona con la testa piena di strumenti affilati. Quello che un terapeuta fa è usare questi strumenti per infilarsi nella mente del paziente, trovare ciò che crea problemi al paziente e quindi spingere il paziente stesso ad affrontarlo e accettarlo - talvolta modificarlo. L'intero processo avviene con il solo scopo di aiutare il paziente a liberarsi di una fastidiosa, dolorosa o altrimenti problematica percezione di se stesso - o della realtà. La motivazione che muove il terapeuta è basilarmente di avere in cambio del danaro, e probabilmente anche una certa soddisfazione personale nel proprio lavoro.
In una esperienza di MF nel BDSM, il Dom può venire descritto nello stesso modo: una persona con la testa piena di strumenti affilati. Ma il Dom non vuole soldi, e non sta per usare questi strumenti per aiutare il sub. Sta invece per scavare nella mente del sub per trovare i punti più delicati e sensibili da carezzare, frustare, baciare o mordere.
Ma aldilà di queste similitudini, il BDSM è (o almeno dovrebbe essere) una relazione scelta da persone equilibrate, mentre la Psicoterapia è un trattamento curativo per persone che hanno problemi mentali significativi. Non si tratta di una piccola distinzione. Molte persone tendono ad utilizzare il BDSM come una sorta di terapia antistress. Considero questo utilizzo del BDSM talvolta pericoloso e per nulla sano. Approcciare il MF come un metodo per sanare il livello di stress è come farsi frustare per riattivare la circolazione. I problemi hanno i loro spazi, il rapporto BDSM è fin troppo delicato per venire appesantito da questo genere di finalità.

IPNO BONZI
Prolificano in giro per il web i cosiddetti "hypno Dominants", Dom di entrambi i sessi che reclamizzano le proprie capacità di spezzare totalmente mente e volontà dei propri sottomessi. Una persona seria in ambito BDSM non si sognerebbe mai di vantare simili capacità. Può parere un sogno di sottomissione completa e assai eccitante l'idea di venire privati della propria personalità, ma una volta che avvenisse potrebbe essere un po' troppo tardi per capire fin dove si può arrivare. Molti di questi tremendi illusionisti stanno soltanto cercando polli da spennare, ma nei processi che attuano possono anche procurare seri danni. In ogni caso, l'ipnosi è soltanto una della molte tecniche (e secondo quasi tutti gli studi in merito una delle meno efficaci) per prendere controllo della mente delle altre persone. L'ipnotismo e la sua celebrazione come attrezzo BDSM suona molto più una réclame commerciale piuttosto che uno strumento per una Sana, Sicura e Consensuale esplorazione percettiva.

CONCLUSIONI
Un ultimo appunto va portato riguardo agli aspetti di "recupero". Ogni disciplina invasiva nel BDSM richiede un adeguato impiego di tempi e metodi di "depressurizzazione" nei quali affetto e dolcezza sono spesso essenziali per uscire da esperienze anche molto intense senza cicatrici. Il MF segue la medesima regola, ed è fortemente raccomandato di dedicare molta attenzione al recupero e al rilassamento dopo una sessione - specialmente quando il sub è ancora inesperto o il gioco sia stato portato molto oltre. Il fatto che la mente non possa sanguinare non significa che non possa essere ferita, e proprio perché non ci sono segnali di pericolo così facili da individuare e durante il processo il sottomesso può trovarsi in uno stato di confusione tale da non comprendere e stimare correttamente il livello di pressione che sta subendo, una sensibilità assai elevata è la chiave per rendere una esperienza di MF piacevole e intensa senza danni.
La questione è in realtà assai più complessa e nasconde molti altri aspetti affascinanti che non mi è possibile trattare qui in maniera esaustiva. Seguiranno altri articoli in futuro, per adesso spero di avere fornito al lettore un quadro generale della profondità e della delicatezza di questo particolare approccio al BDSM.

(Stefano Re – 2003)

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