Chi è Marty Klein
Copyright © 2010 by Marty Klein –
Questo materiale non può essere diffuso in alcun modo senza autorizzazione.
Pubblicato originariamente il 5 ottobre 2010 nella rubrica “Sexual Intelligence” tenuta dal Dr. Klein su Psychology Today.
Tradotto e pubblicato su Legami per esplicito
consenso dell’Autore, che ringraziamo.
Link all’articolo originale: https://www.psychologytoday.com/blog/sexual-intelligence/201010/is-there-such-thing-kinky-sex
L’altra settimana ho pronunciato il discorso introduttivo alla
conferenza annuale della CARAS (Community – Academic Consortium for Research on
Alternative Sexualities). Il tema era “Narrazioni
Cliniche, Culturali e Personali sulla Sessualità Alternativa”
Il mio scopo era di esaminare Il modo in cui comunemente la
gente pensa alla sessualità “alternativa” (o “Kinky”) e come questo concerna
chiunque, a prescindere dal tipo di sesso praticato.
L’atteggiamento generale nel confronti del sesso strano e
dei suoi praticanti tra i media, le organizzazioni civiche e le professioni
medico-psicologiche è del tutto negativo.
Una terribile disinformazione viene accolta e persino promossa (I
pervertiti vogliono reclutare i teenager nel loro stile di vita). Casi
affascinanti ma insoliti vengono sfruttati per condannare scelte diffuse (Le
sessioni SM finiscono con degli omicidi!). Troppi strizzacervelli presumono che
la gente pratichi sesso strano perché è stata abusata da piccola – un’idea
popolare del tutto infondata nella realtà.
Lo stereotipo è che chi pratica sesso strano:
● Teme l’intimità
● Non può godere del sesso normale
● Fa sesso strano continuamente
● Intensifica le sue brame col tempo
● Ama il dolore
● Fa proseliti aggressivamente
● Non ha limiti
● E’ psicologicamente disturbato.
Mentre ciascuno di questi atteggiamenti può essere
certamente vero per qualche individuo che pratichi sesso alternativo (come può
essere vero per qualunque gruppo di persone abbastanza ampio) essi non
caratterizzano affatto l’intera popolazione. Ma questo stereotipo raggiunge
almeno uno scopo: quello di crearne un altro. Esattamente come i terroristi
islamici sono un “altro” che viene da fuori (apparsi giusto in tempo per
rimpiazzare i Comunisti come principale demone americano) le persone che
praticano sesso strano vengono rappresentate come un “altro” domestico.
L’impressione generale è che le persone che praticano sessualità
alternative siano un gruppo speciale, identificabile, diverso dagli insegnanti,
dai dentisti, dai commessi di drogheria, dagli autisti del tram che incontriamo
ogni giorno. Differenti da “noi”. E, al contrario di “noi”, pericolosi.
Questa idea è dannosa per tutti. E’ ovviamente dannosa per
chi si identifica come Kinky. Mina la loro assistenza sanitaria, i loro diritti
legali (Viene usato contro le persone kinky nelle liti per gli affidi o per le
destinazioni d’uso dei terreni), e la loro autostima.
Ma gli stereotipi negativi sulla sessualità alternativa
danneggiano anche coloro che non la praticano. Il “sesso strano” è una
categoria vaga ed elastica – e la sessualità è
per sua stessa natura ambigua. Se ti vengono i brividi quando ti
sculacciano per gioco, sei “strano”? E che dire delle coppie che amano fingere
che uno dei due stia costringendo l’altro a fare qualcosa? E del chiamare il tuo partner “papi” mentre
fate l’amore? Si, papi, si, si, papino!
Ma se praticare sesso strano ti rende “altro”, non uno di “noi”,
se ha implicazioni che vanno oltre la sessualità, se significa essere anormali
o pericolosi – chi lo può volere?. E perciò, la demonizzazione del sesso strano
e dei suoi praticanti fa preoccupare chiunque – sono per caso uno di “quelli”?.
Fa sì che la gente abbia paura delle proprie fantasie e curiosità, rendendole
con ciò molto più potenti. Porta a far coltivare segreti tra i partner, che si
nascondono informazioni sulle loro preferenze e sulle loro esperienze.
In contrasto con queste idee approssimate e negative, i
praticanti stessi ed i professionisti specializzati e comprensivi tendono ad
avere una atteggiamento più positivo verso il sesso strano, descrivendolo come:
● Flessibile
● Giocoso
● Indipendente dai generi sessuali
● Indipendente dall’idea di “normalità”
● Estremamente comunicativo
● Estremamente immaginifico
● Capace di estendere la definizione di “sesso”
Per la verità, tutto questo caratterizza solo una parte del
sesso strano, e di tanto in tanto. Altrimenti, spesso non è altro che, beh,
sesso. Qualche tirata di capelli, qualche sfida giocosa, un giocattolo qua e
là, magari un dito nel sedere e qualche bisbiglio sconcio (tutto consensuale,
naturalmente – se non è consensuale è violenza. Questo è una regola base del
sesso strano)
E’ veramente importante mettere informazioni più accurate a
disposizione di medici, giornalisti, politici e produttori televisivi. Ed è
ugualmente importante spiegare a tutti quanto questi comportamenti alternativi
siano in realtà ampiamente diffusi (ci sono decine di migliaia di sex club, negozi
erotici specializzati e corsi sulla sessualità alternativa in giro, tutti
impegnati a fare soldi; fatevi i conti)
Per di più, eccovi un approccio molto più radicale: mi
piacerebbe distruggere l’idea di un contrasto dualistico - che sesso strano e sesso normale siano
chiaramente differenti.
Io suggerisco invece che sesso strano e sesso vanilla non
siano altro che elementi di un continuum, l’ampia gamma dell’erotismo umano.
Noi tutti scivoliamo da un estremo all’altro lungo questo continuum durante le
nostre vite, talvolta in una sola settimana. Non dobbiamo temere le nostre
fantasie, curiosità e preferenze sessuali (consensuali). Non ci rendono cattivi
o differenti, solo umani.
Alcuni amano considerarsi fuorilegge emotivi, trovando
sempre un modo di godersi il brivido dell’alterità. Ma la maggior parte della
gente non vuole vivere così.
Perciò, smetterla di considerare il sesso strano come
pericoloso e sbagliato, ed i suoi praticanti come “altri”, è la cosa più
liberatoria che possiamo fare – per tutti.