Chi è Gloria Brame
Postato sul blog di
Gloria Brame il 17 dicembre 2014, tradotto e pubblicato su Legami grazie
all’esplicito consenso dell’autrice, che ringraziamo. Link al testo originale: http://gloriabrame.com/want-my-feminism-back-now/
Quando ero bambina feci la solenne promessa che non avrei
mai dimenticato, né perdonato, quello che i nazisti avevano fatto agli ebrei
durante la Seconda Guerra Mondiale. Quella promessa la mantengo ancora, anche
se non mi preoccupo più dei nazisti di per sé. Vigilo invece continuamente sui
“sistemi di pensiero fascisti”. I fascisti sono persone che cercano di far ingoiare
a forza i loro dogmi agli altri e di perseguitare quelli che non riescono a
convertire. Sotto questo aspetto, vedo diverse forme di fascismo, dalle sue
più odiose manifestazioni (i Talebani) sino alle sue manifestazioni nelle scuole di pensiero e nel conformismo.
Posto che io credo nella libertà sessuale di tutti gli
adulti consenzienti, non perdono né dimentico mai quello che i nemici del sesso
hanno fatto e continuano a fare per limitare le libertà sessuali ed i diritti
umani, nella convinzione fascista di poter controllare la gente controllando la sua sessualità e che la “migliore” società sia quella che segue un rigido
programma che stabilisca con chi puoi dormire e cosa ci puoi fare a letto. Solitamente, quando penso ai nemici del sesso, penso aL “GOP1”, alla “Russia Comunista”
o a “l’Islam Radicale”
Ma ultimamente le fasciste, nel mio radar, sono le femministe
che credono di essere l’unica vera voce del femminismo. Nel momento in cui
chiunque crede di possedere l’unica verità, sta già scivolando verso il
fascismo. Le vedo tentare di riscrivere la storia del femminismo promuovendo
una agenda fondamentalmente anti-femminista e retrograda. Queste femministe
comprendono – ma non sono limitate a -
le “femministe” anti pornografia, le “femministe” anti sew-workers e le
“femministe” che credono che gli uomini debbano loro delle scuse per il solo
fatto di essere uomini. In altre parole, tutte le autoproclamate femministe che
sostengono una agenda politica fondamentalmente di destra e misantropica, che,
in sostanza, dipinge le donne come vittime e gli uomini come lupi sessuali.
Come e quando il mio bel femminismo è finito così male? Ho
l’onore di poter dire di essere stata una delle portabandiera alla prima
marcia di liberazione delle donne a New
York nel 1970, alla tenera, ma già militante, età di 14 anni. (Ne ho parlato nel
mio primo libro di memorie “Naked Memory”). Andavo ai raduni della NOW2,
ai meetings, distribuivo pubblicazioni, stavo dietro ai tavoli nel West Village
e facevo firmare le petizioni alla gente. Eppoi nel femminismo è accaduto qualcosa di terribile . E’ comparso un gruppetto di donne che odiavano e disprezzavano gli uomini. Io non
biasimo Andrea Dworkin e Cathleen MacKinnon3,
anche se furono al centro di questo cambiamento di marea. Quello che mi stupì
fu che altre donne le prendessero tanto sul serio – molto probabilmente, per come
la vedo ora – perché capirono il messaggio, che era solo la ripetizione di un
vecchio messaggio: le donne sono per natura vittime fragili ed asessuate che
devono proteggersi a tutti i costi dall’essere corrotte dagli uomini. Nello
stesso tempo, poiché le donne non sono così interessate al sesso, sono in
qualche modo superiori agli uomini. Bene. Oh. Mio. Dio.
Il nucleo dell’attenzione si spostò dall’autodeterminazione
sessuale delle donne (ricordate “Our Bodies, Ourselves4”?) per
rivolgersi ad una insistente polemica contro il sesso maschile, tanto estrema
che alcune donne vennero talvolta accusate di collusione col patriarcato solo per
essere andate a letto con degli uomini.
Persi interesse nel “movimento” femminista all’incirca in
quel periodo, anche se rimasi socia della NOW. Poi, un paio d’anni dopo, la NOW
prese ufficialmente posizione contro l’SM e pubblicò nel 1980 i “Lineamenti dei
Diritti delle Lesbiche” che dichiarava che SM e pornografia “violavano i
principi femministi”. Immediatamente dopo restituii ufficialmente la mia tessera della
NOW. Anche se più tardi la NOW ammorbidì un poco la sua posizione sul SM grazie ai buoni uffici della National Coalition for Sexual Freedom (NCSF), ero
troppo disgustata di loro per iscrivermi di nuovo.
Quello che mi infastidiva di più era che il moralismo
sessuale stava prevalendo su tutto quanto c’era di interessante e di valido nel movimento, e - più di tutto – che adesso
le femministe stavano cercando di dirmi cosa dovevo fare a letto. Che si
fottessero! Non lo avevo mai lasciato fare agli uomini, figuriamoci se ero
disposta a farmelo dire da un gruppetto di accademiche che probabilmente avevano
fatto assai meno sesso di me.
Tra le molte altre cose insultanti c’era l’altisonante
ripulsa per la pornografia come valida forma di auto espressione sessuale. Io
credo che tutte le femministe dovrebbero sostenere la pornografia. Al giorno d'oggi tutte le femministe dovrebbero aver rifiutato l’ideologia di genere basata
sulla religione e dovrebbero capire ed accettare la pornografia come parte del
panorama sessuale esattamente come i pompini ed i ditalini. Dovremmo particolarmente ringraziare le donne che producono pornografia di qualità per le altre donne. Dio
sa se c’è mancanza di buona pornografia per donne.
Le femministe dovrebbero abbandonare del tutto l’idea
che il sesso sia male, o che sia un fenomeno prevalentemente maschile. Ci sono
montagne di dati scientifici che provano come le donne siano affascinate da – e desiderose
del – sesso, esattamente come gli uomini. Considerare il sesso una cosa sporca è
così patriarcale! Che il sesso sia dannoso e degradante per le donne è cosi
terribilmente vittoriano! Possibile che
non lo capiscano? La liberazione delle donne consisteva nell’emanciparsi dal
sistema, non nell’allearsi con esso scimmiottandolo con una retorica più
brillante.
Le femministe possono avere tutto il sesso che vogliono, nel
modo che vogliono. Possono farsi pagare per questo, possono assumere il ruolo
che vogliono a letto, possono ostentare la loro sessualità sugli schermi, se
vogliono. Sono donne libere. I loro corpi appartengono a loro – non agli uomini
e non alle altre femministe. Nulla è degradante nel sesso, eccetto il fatto che
i moralisti se ne sconvolgono talmente da
mostrare l’aspetto peggiore della loro umanità - ignoranza, odio, e, sì,
fascismo.
Note alla Traduzione
1.
“Grand Old Party”, il Partito Repubblicano degli
Stati Uniti.
2.
“National Organization for Women”, la più grande
organizzazione femminista degli Stati Uniti, fondata nel 1966, con 550 sedi
distribuite in tutti gli stati dell’Unione.
3.
Probabilmente il riferimento è a Catharine
MacKinnon, in effetti leggendaria femminista radicale, nota, fra l’altro, per
aver introdotto il concetto di “molestia sessuale” sui luoghi di lavoro.
4.
The Boston Women's Health Book
Collective, Our Bodies, Ourselves, NewYork 1971.
Edizione italiana: Noi e il nostro
corpo. Scritto dalle donne per le donne, Feltrinelli, Milano1974.