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2a lezione sul B&D, D/s, SM
di LadyWhite
inserito da LadyWhite - 14/10/2015 - Letto 2399 volte.

Questo testo si rivolge a chi sa più o meno cosa sia il BDSM, ma non troppo.
Voglio dire: quasi tutti nell’avvicinarvi al mondo dell’erotismo estremo sarete venuti a conoscenza del significato dell'acronimo: ossia Bondage & Discipline, Domination/submission, SadoMasochism: avrete letto il significato delle parole, avrete compreso che si tratta di pratiche erotiche in rapporti consensuali. Questa è la prima lezione e la do per assodata. Se così non fosse gli scritti per colmare questa lacuna sono molteplici, anche su questo sito: potete guardare la sezione introdutiva BDSM, la seconda voce nell'indice qui a sinistra, subito sotto Home.
In seguito avrete letto e/o leggerete altre riflessioni sugli aspetti più profondi e complessi di certe dinamiche nonché manuali sulla tecnica delle più disparate pratiche. 
Questa mia vuole essere una "seconda lezione", ancora di base, ma un po' più approfondita, per quei novizi e novizie che cercano di capire "un po' meglio", dopo aver letto la definizione, per mettere meglio a fuoco il quadro generale prima di perdersi nella moltitudine di particolarismi.

Per farlo partirò ancora dalla sigla BDSM. Non dalle parole, che come ho detto considero note, ma dai dettagli: i dettagli sono importanti, hanno un significato.


SM: SadoMasochism, SadoMaso
-La Esse e la Emme sono messe insieme, vicine, affiancate.
Perché? Sadismo e Masochismo nascono come due termini indipendenti, hanno una loro storia inizialmente separata, ma ad un certo punto vengono uniti in un unico termine: Sadomasochismo. Con la sua variante SadoMaso, che oggi è più usata, soprattutto nel nostro ambito erotico/giocoso, mentre la dicitura SadoMasochismo è più legata all'aspetto medico/patologico. Come mai queste pulsioni, questi gusti apparentemente contrapposti sono indicati con una parola sola? Numerosi studi in effetti affermano che pochi o nessuno sono totalmente sadici o totalmente masochisti, ma che essere sadici piuttosto che masochisti è sostanzialmente una prevalenza di individui comunque sadomasochisti: sadismo e masochismo sono due esternazioni di una pulsione unica. 
Anche se poi all'atto pratico ognuno può tendere a preferire, magari addirittura esclusivamente, una delle due situazioni, parte del meccanismo che porta a goderne resta una sorta di immedesimazione nella controparte. Un masochista gode del dolore pensando alla soddisfazione del sadico nell'infliggerglielo, un sadico gode del dolore pensando alle sensazioni che esso provoca nell'altro. 
Non si tratta quindi di godere nel dolore di per se, ma di godere del fatto che questo dolore lo si da e riceve. Chi gode del dolore fisico di per se, slegato da ogni circostanza, è invece detto algolagnico, una situazione molto più rara.
Va inoltre tenuto presente che nel SadoMaso il dolore non è sempre e solo dolore fisico. Anche la sofferenza emotiva vi rientra. Ogni persona sadomasochista poi vedrà da sé se trova più eccitante o soddisfacente avere a che fare con il dolore fisico o la sofferenza emotiva o ambedue, ma è importante ricordare che entrambe le cose funzionano con lo stesso meccanismo e nello stesso modo.
Poiché spesso ho notato confusione su questo tema, vorrei chiudere questo paragrafo con un'ultima precisazione: preferire un SadoMaso fisico o un SadoMaso emotivo non ha a che fare con la maggiore o minore connessione intellettuale e/o affettiva all'interno della relazione in cui si realizza questa pulsione, ma semplicemente con la scelta delle pratiche. E se è vero che avere un legame intellettuale ed affettivo forte porta a vivere con molta più intensità il sadomaso emotivo, esistono molte persone che amano godere di questo anche o addirittura esclusivamente in rapporti con persone poco conosciute, mentre al contrario alcuni sadomasochisti fisici riescono a entrare nel giusto assetto mentale per fare SM solo in rapporti stretti sul piano mentale e affettivo.


D/s: Domination/submission, Dominazione/Sottomissione
-La dicotomia D/s è scritta con la sbarra in mezzo.
Descrive la situazione relazionale tra due parti, una Dominante, una sottomessa. Ovvero sia, con Dominazione e sottomissione ci si riferisce non tanto ad una pulsione individuale quanto ad una dinamica di rapporto. In effetti, mentre si può dire che un individuo è sadomasochista per sua natura intrinseca, ossia ha una pulsione erotica verso il dare/ricevere dolore, non si può dire che un individuo sia dominante, o sottomesso, di per se: si è sempre Dominanti o sottomessi di qualcuno. 
Un rapporto D/s è un connubio, è un completarsi dandosi reciprocamente ciò che realizza come tali. E anche se si è Dom o sub all'interno di un rapporto, si è tali solo all'interno di quel rapporto, solo con quella persona specifica che ci riconosce come tali. 
Tutto il BDSM è consensuale, il che significa che inizia se è desiderato da tutti e va avanti finché entrambe le parti lo desiderano. Non ci si autoproclama Dominanti o sottomessi e non si pretende di essere riconosciuti tali, è un titolo che viene dato da qualcun altro e vale solo nei confronti di quel qualcuno. Del resto esistono molti modi per essere Dominanti o sottomessi, e quello che rende ottimi per qualcuno può non essere adatto a qualcun altro.
Ha senso quindi per una persona singola definirsi Dominante o sottomessa? No, se si intende “a prescindere dal rapporto” e neanche se si vuole con questo indicare che ha le capacità per farlo, dal momento che come dicevo non esiste un modo giusto assoluto, ma può avere un senso solo inteso come desiderio: persona che desidera instaurare quella dinamica, ma che diverrà realmente tale solo nel momento in cui avrà trovato la controparte che lo riconoscerà come tale.

-D è scritto in maiuscolo e s è scritto in minuscolo.
Al di là dei protocolli che ognuno può scegliere di usare nella propria relazione, sui modi di rivolgersi del sottomesso al Dominante, lo scrivere la D in maiuscolo e la s in minuscolo nella sigla generica ha un suo senso. Il o la Dominante è più grande del partner sub. Ma più grande in che senso? Nessuno ha mai voluto intendere che il partner Dominante sia maggiore per importanza o valore o qualità individuali, e nessuno dovrebbe intenderlo. Nel BDSM ogni pulsione ha ugualmente posto e diritto di esprimersi, per ognuna si rivendica stima e rispetto. In un rapporto D/s entrambe le parti trovano la loro soddisfazione, e anche quando la soddisfazione della parte sottomessa è il veder ignorati i propri desideri, o il fare cose sgradite per obbedienza al proprio Dom, bisogna ricordare che ciò avviene perché nell'essere ignorati, o obbligati a cosa sgradite, essi trovano la loro soddisfazione. E ovviamente un rapporto rimane sano fintanto che ciò avviene, mentre smette di essere sano quando lo sgradire qualcosa, la frustrazione per il bisogno di qualcos'altro, non diventano piacere.
Quello che porta a scrivere la D in maiuscolo, quindi, non è il valore umano, non è neanche il valore nel rapporto, è il suo maggior potere. Il potere che acquisisce quando la persona sub glielo concede. Può essere complesso per alcuni comprendere la linea sottile del consenso in questo discorso. E' tutta una finzione scenica? E' sopraffazione? Come può non essere nessuna delle due cose? 
Ogni praticante, ogni relazione, troverà il proprio filo di rasoio su cui sentirsi a proprio agio, ma credo sia importante ricordare che il potere scambiato non è mai un blocco unico. Ognuno sente di volta in volta quale è la quantità di potere che si sente a proprio agio a cedere o acquisire, e bisogna sempre tener presente che cedere il potere su una determinata questione non vuol dire automaticamente cederlo anche su altre. Per fare degli esempi: se un partner acconsente che gli sia fatto tutto quello che l'altro desidera sul piano sessuale non vuol dire che gli dia potere anche sul decidere come gestire un appuntamento a cena. Se un partner acconsente che sia l'altro a decidere come il primo si vesta, non vuol dire che acconsenta a fargli decidere anche come debba acconciarsi i capelli. Ogni ambito va concordato consensualmente e mai preteso. A quel punto il Dominante, all'interno delle possibilità di quell'ambito, avrà il potere di fare ciò che ritiene. E per quanto vasto e pervasivo sia nella vita di una persona, ricordiamo che non è mai la totalità assoluta: quantomeno la libertà di scegliere se continuare o meno nel rapporto non è legalmente, oltre che eticamente, cedibile per nessun motivo.
Inoltre, va tenuto presente che come il partner sottomesso cede del potere su se stesso volontariamente, anche il partner Dominante deve dare il proprio consenso nell’acquisirlo. Aver del potere comporta delle responsabilità, e più è il potere più sono queste responsabilità, ed è perfettamente legittimo per un Dominante avere dei propri limiti.


B&D: Bondage and Discipline, Costrizione e Disciplina
-Bondage e Disciplina sono congiunti da una &.
Come se fossero due elementi di uno stesso genere, ma come mai? Cosa hanno a che fare tra loro?
Inizio con un chiarimento per alcune persone sicuramente necessario: Bondage viene oggi spesso inteso come legare ma, originariamente, ossia nel momento in cui la sigla BDSM è stata ideata, non significava affatto questo. Il Bondage non è lo shibari, ossia l'arte di legare con le corde in stile giapponese, e neanche semplicemente immobilizzare, a prescindere dagli strumenti e le tecniche utilizzati per attuare questo. Il significato della parola bondage in inglese è: costrizione, schiavitù, qualcosa quindi di molto più generico.
Fermo restando che il legare è una pratica con una grande dignità, credo però che non vada perso il significato originale che, mi pare, contribuisca a dare alla sigla BDSM la sua compiutezza e a fornire stimoli di riflessione interessanti. 
Il Bondage quindi è lo stringere di una corda o una manetta, ma anche il costringere e il possedere: il sottomesso è proprietà del Dominante che quindi ne dispone secondo la propria volontà, usa il potere che ha ottenuto per disporre, imporre, obbligare (ovviamente sempre come gioco di ruolo consensuale). Bondage è anche legame mentale che lega il sottomesso al Dominante giorno per giorno: l’appartenenza. Una persona legata è in balia di chi tiene la corda, una persona che appartiene è legata sempre sul piano mentale, ha il volere del Dominante come punto di riferimento e limite del proprio agire. Un Dominante che è padrone, a volte predatore o perfino despota.
La Disciplina pone l’accento sulle regole. Se il Bondage ci dice che il Dominante impone il suo volere al sottomesso, la Disciplina indica un obiettivo da raggiungere e un percorso per farlo fatto di regole e punizioni di cui il Dominante è garante. E’ l’impegno quotidiano e spesso ritualizzato con cui il sottomesso si impegna per seguire i voleri del Dominante. Dom che in questa accezione è una guida, un legislatore, un giudice. Inoltre le regole legano tanto il sottomesso quanto il Dominante: tutto nel BDSM comporta delle grandi responsabilità per la parte Dominante, e questo è vero anche in dinamiche di disciplina, infatti per ogni ordine, compito o rito che assegna al sottomesso, deve prendersi la responsabilità di mettere il sottomesso in condizioni di rispettarli, controllare che siano rispettati ed eventualmente punire se ciò non avvenisse. 
Bondage e disciplina sono messi insieme, legati da quella &, perché insieme danno un quadro completo di come possa avvenire uno scambio di potere.


Spero di aver fornito un quadro abbastanza completo, benché per forza di cose generico, degli aspetti principali che compongono il BDSM, e che la lettura possa essere stata fonte di riflessioni interessanti almeno per qualcuno.



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