Quando nel 1987 fondai per la prima volta un gruppo di supporto
BDSM (Variations II, o Section B 12,
come fu conosciuto più tardi) su Compuserve1, mi assicurarono che
non ci sarebbero stati più di una quarantina di membri per via del fatto che si
trattava, capisci, di una perversione. Tutti dicevano che eravamo una
microscopica minoranza. Nessuno tranne noi voleva sapere alcunché di relazioni
master/slave, o di come legare correttamente qualcuno. Da accanita lettrice,
avevo letto tutto quello che potevo sul BDSM e sapevo che gli psichiatri
asserivano che eravamo una specie rara, noialtri feticisti con fantasie
BDSM. Per tutta la vita amici ed amanti
avevano continuato a dirmi che la gente normale non aveva il tipo di fantasie e
di sentimenti che avevo io. Perciò, l’idea che fossimo soltanto uno sparuto
gruppetto di persone aveva senso.
Ma quando, solo due anni più tardi, richiesi io stessa l’iscrizione,
scoprii che la statistiche di Compuserve mostravano che più di 75.000 persone
si erano collegate per leggere, navigare, imparare e. probabilmente,
masturbarsi vigorosamente. La cosa mi colpì profondamente. Era il 1989, prima
che la maggior parte della gente avesse un computer. Il web non esisteva
ancora. La quantità di gente che si era iscritta al mio gruppo era
stupefacente. Per la prima volta mi resi conto che i desideri BDSM non erano
così rari come tutti sostenevano.
Per i baby boomers2, il mondo del BDSM on line
degli anni ’80-’90 fu una benedetta introduzione alla realizzazione sessuale.
Slave matt: sapevo fin da
ragazzino che il BDSM era eccitante. Non me ne resi conto, comunque, sino al
college. Anche quando fui finalmente in grado di dare un nome ai miei desideri,
avevo comunque paura di metterli in pratica. Finii il college, seguii per tre
anni l’università e subito dopo mi sposai, a 27 anni. Il matrimonio era
amorevole, ma privo di passione e la mia libido finì in animazione sospesa…
Poi nel 1984 comprai
un modem, mi iscrissi a Compuserve, e, ricordandomi dei miei vecchi interessi,
finii in una chat BDSM ( Da “Different Loving Too”)
Internet cambiò radicalmente il BDSM attraverso l’offerta di
infinite opportunità di informarsi,
vederlo in azione, guardare delle foto, imparare e , soprattutto, entrare in
contatto con altri appassionati.
Nancy Ava Miller3
Quando cominciai, non c’era nulla. Capii la mia missione. Seguii degli incontri
alla TES4, e quando tornai nel Nuovo Messico, fondai il PEP. Poi
andai a Washington e aprii una filiale del PEP anche lì, un gruppo che poi sarebbe
diventato The Black Rose. Oggi, con Internet ci sono gruppi in quasi ogni
piccola città d’ America cui si può fare riferimento. ( Da “Different Loving Too”)
Oggi viviamo in un mondo dove
Internet ha
completamente trasformato la qualità della vita e le opportunità sociali delle
persone kinky. Nel 1993 se non vivevi in una grande area metropolitana, o
almeno vicino ad essa, non avevi possibilità di incontrare altri come te. Nel
1993 il BDSM sembrava una piccola e quasi sconosciuta stranezza sessuale. Nel
2015, sappiamo che decine, se non centinaia di milioni di adulti in tutto il
mondo, amano qualche forma di sesso strano abbastanza da far loro cercare le
migliaia di siti dedicati agli incontri ed alla pornografia specializzata che
si occupano di sesso alternativo. (Da “Different Loving Too”)
Internet ha dimostrato che il conformismo sessuale è una
finzione dell’immaginazione bacchettona, e che, avendone l’opportunità, gli
adulti ricercano la varietà sessuale, la creatività, l’intensità e l’avventura.
Oggi possono scoprire nuovi fetish – o scoprire che li avevano sempre avuti e che
adesso hanno un modo per comunicare con altri come loro.
Fakir Musafar5:
Oggi la gente mi riconosce come pioniere in molti campi. Per esempio, sono
considerato un pioniere nel corseting perché, nel 1959-1961 mi dedicai al
revival dei corsetti. Il revival prese piede, ed i social media ebbero una
parte importante nel suo successo. Faccio parte di un gruppo dedicato che partì
su Facebook con 30 membri, e che oggi ha migliaia di membri grazie alla forza di
internet. (Da “Different Loving Too”)
E, caspita, è saltato fuori che la gente ama il BDSM. Molta
più gente di quanto chiunque avesse immaginato.
Le cifre degli
iscritti ai due più importanti siti di incontri BDSM sono rivelatrici. FetLife
dichiara più di 3,5 milioni di iscritti nel mondo, gente che già pratica o che
sta cercando altri che vogliano fare BDSM con loro. Recon Leather Dating
(Recon.com) ugualmente dichiara milioni di iscritti gay e bisessuali in tutto
il mondo. Il mondo BDSM odierno è lo specchio della cultura Internet. E’
frammentato e specializzato e più che una comunità consolidata è una specie di
pluritentacolare Cthulhu socio-sessuale. (Da “Different Loving
Too”)
E qui sta forse la fregatura: come fai ad avere una comunità
di decine di milioni di persone, la maggior parte delle quali si mantiene anonima
on line e che non si affaccerà mai ai corsi o agli eventi sociali e che ancor
meno sarà in grado di garantire per sé o per altri? Nel BDSM la familiarità
alimenta la fiducia. La Scena ha centinaia di delicati meccanismi consolidati –
dai gruppi chiusi ai dungeon monitor, all’ostracismo dei predatori sessuali –
che si stanno rapidamente disfacendo a causa dell’influenza dei nuovi arrivati.
Deborah Addington6 Quando fui introdotta per la
prima volta, beh, dovetti essere introdotta, letteralmente. I praticanti si
affidavano l’un l’altro per costruire la comunità. Non c’era proprio modo di
scovare un evento e decidere semplicemente di andarci. Questo in generale non è
più vero; vai su internet e trovi qualcosa da fare o a cui partecipare
praticamente ogni giorno della settimana. Nel processo di diventare più
visibili ed accessibili – il che ha i suoi vantaggi – abbiamo perso l’aspetto
della connettività personale come componente essenziale della costruzione di
una comunità. Il nuovo mondo BDSM è molto più ampio. Include chiunque, dai
pervertiti della domenica al praticante più specializzato, esperto e rifinito,
sino al Master Sputafuoco che ha appena comprato una frusta e annuncia di
essere Goreano. (Da “Different Loving Too”)
Nella sua forma corrente, la comunità BDSM che abbiamo
conosciuto sinora sta ancora in piedi? E, cosa più importante, è ancora
necessario avere una simile Comunità nel 2016 come era importante negli anni ’80
e ’90?
Sybil Holiday7:
Ho visto la comunità leather cambiare tantissimo dagli anni ’80, quando
cominciai a farne parte. Non so se, fra vent’anni, ci sarà più una comunità “leather”.
E’ possibile che il leather diventi nient’altro che un sottoinsieme del “kink”.
(Da “Different Loving Too”).
Sono d’accordo con Sybil su questo. Ora che i giovani hanno
accesso istantaneo al BDSM e che si sentono assai più autorizzati a praticare
BDSM e feticismo, come potrà sopravvivere una reale Comunità basata su
tradizioni, codici, regole, protocolli e pratiche etiche? Abbiamo già assistito
ad un significante declino della partecipazione
ai club ed agli eventi ed io credo che accada perché quelli che hanno meno di 40 anni non la pensano allo
stesso modo dei loro genitori e non vogliono o non hanno bisogno delle stesse
istituzioni che noi una volta ritenevamo cruciali per la nostra sopravvivenza
come comunità BDSM
Naturalmente, la sessualità BDSM di per sè è immortale. Non
c’è periodo della storia umana in cui la
gente non fosse interessata al sesso selvaggio, feticista, alternativo. Ma lo
stesso Internet che ci ha così efficacemente aiutati ad espandere la nostra
comunità in un fenomeno mondiale potrà ugualmente bene decretare la fine della
necessità di una Comunità BDSM come noialtri vecchi la conoscevamo.
E magari è una buona cosa, qualcosa che dovremmo considerare
come una conquista, tutto sommato. Se i giovani non si sentono più isolati e
sessualmente oppressi come ci sentivamo noi, significa che l’enorme lavoro che
gli attivisti hanno speso in termini di educazione e diffusione al vasto
pubblico ha avuto successo. Il mondo adesso conosce la safeword, ed il “sano,
sicuro e consensuale”, e, come noi, si è accorto che non siamo la piccola
minoranza emotivamente travagliata che era una volta la nostra etichetta, ma
semplicemente normali adulti con desideri sessuali insoliti ma accettabili. Non
è questo il sogno che tutti volevamo realizzare, in qualche modo? Anche se i
miei amici sulla Scena significano tutto per me, e nonostante che io sia grata
di aver fatto parte di questo storico movimento culturale per la maggior parte
della mia vita adulta, io accetto il cambiamento. In realtà, io amo questo
cambiamento. Significa che siamo cresciuti coi tempi. Penso che il BDSM sarà
più grande e più forte che mai on line, ma che la rilevanza delle comunità BDSM
organizzate e delle loro tradizionali strutture e servizi dovrà evolversi per
soddisfare nuovi valori culturali determinati dalla tecnologia, o rassegnarsi
all’estinzione.
Note alla traduzione
1) Compuserve Società di servizi
informatici nata nel 1969, assai prima di internet. Offriva servizi in dial-up
e restò importante sino agli anni ’90 del secolo scorso. Attualmente è ancora
una fornitrice di servizi informatici, di proprietà di Verizon.
2) Baby Boomers
Con baby-boomers si intende la
generazione di cittadini USA nati tra il 1945 ed il 1964, come parte di un
notevole incremento demografico conosciuto come Baby-Boom.
3) Nancy Ava Miller è
una famosa mistress americana che ebbe un ruolo importante negli anni ’80 nella
diffusione della cultura e della informazione sul BDSM, fondando per tutti gli
Stati Uniti una serie di gruppi di supporto denominati PEP – People Exchanging
Power
4) TES The
Eulenspiegel Society, la più antica organizzazione di supporto ed educazione
BDSM, fondata nel 1971 a New York.
5) Fakir Musafar pseudonimo di Roland Loomis (1930) artista
performativo e pioniere della Body Modification con tecniche come il piercing,
il tight-lacing (corseting), la scarificazione, il tatuaggio e la sospensione
con uncini infitti nella carne.
6) Deborah Addington scrittrice ed educatrice sessuale, ha
pubblicato manuali sul fisting e sul body piercing
7) Sybil Holiday
sulla scena sin da 1981, prodomme dal 1983 al 2005, membro della Society of
Janus, autrice di testi sul sadomasochismo consensuale, educatrice ed attivista
SM