Questa è la trascrizione
del Key Note Speech tenuto da Race Bannon il 14 febbraio 2015 all’evento
annuale della South East Conference of Clubs (SECC), tenuto ad Orlando,
Florida.
Tradotto e pubblicato su Legami grazie all’esplicito consenso dell’autore.
Il key note speech è
il discorso inaugurale di una convention, generalmente affidato a personalità
di rilievo della scena americana, che ha il compito di “dare il La” alla
discussione, di stabilirne, in qualche modo, l’indirizzo.
La SECC è costituita
da una serie di gruppi di club, ognuno centrato su un particolare aspetto della
sessualità alternativa, inclusi BDSM, Levi/leather, Fetish e Bear. La
conferenza è pansessuale (include maschi, femmine, eterosessuali, gay,
lesbiche, bisessuali e trans gender) e focalizzata al servizio della comunità.
L’esperienza dei membri della conferenza varia dall’assoluto noviziato alla più
navigata esperienza.
Il testo originale
inglese della trascrizione è reperibile sul sito di Race Bannon a questo
indirizzo.
E’ anche disponibile
su You Tube un video del discorso a questo indirizzo.
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Buonasera. Mi sono veramente divertito questo weekend, e
spero che vi siate divertiti anche voi. Tutti quelli che si sono impegnati nel
creare e dirigere questo evento hanno fatto davvero un bel lavoro, e voglio
ringraziarli. Grazie soprattutto a Vince Andrews che mi ha convinto a parlare
stasera ed a Wayne Turpin che me lo ha chiesto. E grazie a tutti voi per aver
impegnato il vostro tempo per ascoltare quello che ho da dire. Lo apprezzo
veramente.
Quando per la prima volta mi chiesero di parlare mi dissero
che il tema di questo weekend sarebbe stato “tornare ai fondamentali”. Che
verteva sull’enfatizzare che la SECC, e per la verità, tutto quello che
facciamo come kinkster e leather riguarda il rispetto reciproco, i rapporti che
creiamo, individualmente e collettivamente, e, naturalmente, il gioco ed il
sesso.
Lasciatemi dire che vorrei che anche altri eventi si
focalizzassero su questi argomenti. E non intendo il tornare indietro a qualche
mitologica epoca del passato che così tanti nella nostra scena hanno
idealizzato nelle loro teste, quanto piuttosto fare in modo che i nostri eventi
ed i nostri sforzi incoraggino un vero rispetto reciproco, i legami tra le
persone e le opportunità di stabilire questi legami, e, si, si, si, il sesso ed
il gioco, che temo abbiamo troppo spesso lasciato sullo sfondo.
E ricordiamoci che rispetto reciproco significa che dovremmo
apprezzare chiunque esprima la sua sessualità ed identità erotica nel modo che
lo rende felice, sinchè questo non fa danno a nessuno, anche se la personale
espressione del loro sé erotico non coincide col modo in cui lo facciamo noi.
Le connessioni tra noi non accadono nel vuoto. Bisogna
lavorarci sopra. Certo, i social media ci hanno tenuto tutti meglio connessi,
ma nulla può rimpiazzare la vita reale, le conversazioni ed il contatto in
carne ed ossa. Perciò sono felice di vedere la SECC creare questa occasione di
contatto reale. Cerchiamo di crearne di più.
A proposito del gioco e del sesso. Oh quanto spesso siamo
sfuggiti alla nostra responsabilità di tenere il gioco ed il sesso al centro di
quello che facciamo. In ogni caso, vedo che la marea sta cambiando, con molti
sulla scena che chiedono a gran voce di ritornare ai giorni in cui il sesso ed
il gioco, ed il cameratismo che producevano, erano il punto cardine intorno a
cui le nostre vite ruotavano. Di nuovo, grazie alla SECC ed agli altri gruppi
ed alle altre persone che creano spazi veramente favorevoli al gioco ed al
sesso. Abbiamo bisogno di crearne altri.
Perciò, onore alla SECC per aver promosso il Back to Black1.
Avete il mio ringraziamento personale.
Ciò detto, ed in linea col tema del ritorno ai fondamentali,
vorrei proporvi quello che io considero il più basilare dei consigli riguardo
quello che facciamo e quello che siamo. Sembrerà semplicistico. Probabilmente
finirà per sembrare auto evidente. Potreste essere tentati di dare per scontato
quello che sto per dire perchè intimanente potreste pensare: “beh, certo, lo
sanno tutti”.
Ma non sono sicuro che tutti capiscano davvero quello che
sto per suggerire. Certo, potranno approvarlo a parole. Potrebbero persino dire
loro stessi quello che sto per dire. Ma quando si tratti di viverlo veramente,
di dargli sostanza reale, io penso che noi, me compreso talvolta, spesso lo
ignoriamo. E penso che lo ignoriamo a nostro rischio e pericolo.
Dunque, qual è questa perla di consiglio? E’ semplicemente
questo. Non dimenticare mai che è tutto allo scopo di divertirsi.
Di nuovo, sono sicuro che molti di voi stanno pensando fra
sè :”beh, certo, sicuro che so che è tutto allo scopo di divertirsi”. E magari
è vero. Magari siete una di quelle persone nella nostra scena che capiscono
quanto sia dannatamente importante considerare il divertirsi come la principale, prioritaria
direttiva della vostra vita kinky. Se è così, congratulazioni. Troppo spesso
penso che quelli come voi siano in minoranza, e lasciatemi spiegare perché.
Quando ripenso agli inizi degli anni ’70, quando entrai per
la prima volta nella scena leather, ricordo la super concentrazione sul
divertimento. I bar. Il sesso. Il gioco. Il senso di appartenenza. La gioia di
godere la compagnia di uomini che condividevano la mia passione ed il mio
desiderio. L’amicizia, alcuni di loro legati dall’intimità fisica, altri da
legami intellettuali, ed alcuni legati da entrambi.
Da molti punti di vista era un’epoca più semplice.
Nonostante la mitologia della Vecchia Guardia (che è soprattutto mitologia) che
troppo spesso viene rigurgitata tra di noi, non erano tempi di stili di vita
regimentati e pieni di regole, protocolli e strette di mano segrete. No, erano
tempi in cui la maggior parte dei leathermen gay godevano semplicemente
dell’essere leathermen gay. Si godevano semplicemente la compagnia di altri
come loro. Si godevano semplicemente il sesso, il gioco, la socializzazione e
il cameratismo che era il solo punto focale della nostra scena a quel tempo. In breve, si divertivano. Se non era divertente, non lo facevano.
A quei tempi mi relazionavo sopratutto con altri gay, ma, allora come oggi, avevo relazioni anche con kinkster che non appartenevano al
mondo gay leather. La mia sensazione era che allora anche loro si
focalizzassero intensamente sul divertimento. E penso che anche la parte non
gay della nostra scena ha forse perso la sua focalizzazione sul divertimento.
Ora, per favore, non fraintendetemi. Non sto dicendo che
molti di noi non si divertano facendo quello che facciamo ed essendo quello che
siamo in questo mondo leather, kink, fetish, SM o comunque vogliate chiamare
questa nostra scena. Ma davvero troppo spesso vedo il divertimento spazzato via
da quello che facciamo e da quello che siamo da gente che ha programmi, consci od
inconsci, che configgono direttamente col divertimento degli altri, e
tristemente spesso anche con il loro stesso divertimento.
Lasciatemi fare qualche esempio, e sì, lo so che questi
esempi sono grossolane generalizzazioni, e che le grossolane generalizzazioni
hanno sempre delle eccezioni. Ma io credo che siano comunque valide.
Un tempo un novizio poteva avere qualche iniziale difficoltà
nel trovare la scena che cercava, ma una volta che l’aveva trovata, l’ingresso
era piacevole e per nulla complicato. Socializzavano. Facevano sesso e
giocavano. Nel frattempo imparavano qualcosa su loro stessi e sul modo migliore
di manifestare la loro sessualità. Nessuno li categorizzava. Nessuno li mandava
in classe o li indirizzava su qualche percorso obbligato protocollare
necessario all’accettazione. Se eri una brava persona e volevi frequentare il
mondo leather, generalmente potevi. E se eri uno stronzo, il normale processo
di discriminazione che aveva luogo tra i nostri ranghi generalmente
ostracizzava gli stronzi molto in fretta.
Fate un confronto con lo scenario di oggi. Mentre è chiaro
che la consapevolezza della nostra scena è più evidente e visibile che mai
dall’esterno con pochi click di mouse, questo non significa che l’entrata nella
scena si davvero più facile. Sostengo piuttosto che sia più difficile. Una
volta che un novizio decida di entrare ufficialmente nella scena, gli vengono
presentati una quantità di ostacoli.
Se i loro interessi includono il BDSM, vengono indirizzati
ad una pletora di corsi che sono incoraggiati, se non direttamente obbligati, a
seguire. Anche i praticanti più stagionati sono spesso malvisti se non
abbracciano il principio dell’educazione kinky di tutto cuore. A parte
l’instillare nei novizi qualche nozione base sulla sicurezza e la
socializzazione, non credo che
obbligarli a seguire dei corsi faccia loro granchè bene. Certo, forse
impareranno qualche trucco sulle tecniche BDSM o altro, ma dal punto di vista
dei costi/benefici tutti questi corsi contribuiscono realmente a far si che i
novizi si divertano di più, sulla scena? Io penso di no, almeno nella maggior
parte dei casi.
In realtà penso che diano ai novizi l’impressione che
debbano guadagnarsi l’equivalente di una laurea se vogliono essere considerati degni
di trovarsi un partner. Penso che in qualche modo abbiamo reso un pessimo
servizio ai praticanti, specialmente ai novizi, nel consentire a questa
impressione di proliferare. Io ne sono colpevole almeno quanto gli altri, ma
ormai penso che ce ne siano davvero dannatamente troppi di questi corsi.
Al posto della nostra miope prospettiva a proposito
dell’educazione alla pratica, penso che abbiamo bisogno di incoraggiare un apprendimento
più organico e di fornire maggiori opportunità di discussione, piuttosto che
incoraggiare la valanga di insegnamenti in aula che alla fine non insegnano
gran che e che spesso sprecano il tempo passato assieme, tempo che potrebbe essere speso meglio stringendo legami e imparando davvero
l’uno dall’altro, godendo l’uno dell’altro.
Lo so, per quelli che mi conoscono, capisco perfettamente
l’ironia dell’essere stato storicamente uno di quelli che ha condotto così
tanti corsi. Il mio punto di vista è cambiato col tempo. Ogni tanto abbiamo
bisogno di ricalibrare la nostra rotta e, per quel che mi riguarda, credo che
abbiamo bisogno di ridurre l’abbondanza di questi corsi e di usare quel tempo
prezioso, quel denaro e quegli sforzi per altri scopi che potrebbero essere di
maggior beneficio per noi tutti.
L’anzianità sulla Scena è spesso evidenziata come una sorta
di metro con cui misurare il valore ed il merito dei frequentatori della Scena
stessa. Per qualche bizzarra ragione i vecchi come me sono considerati di rango
più alto, in sostanza, semplicemente perché siamo stati su piazza per un sacco
di tempo. Va bene, qualche volta aver fatto parecchia strada aiuta, nella vita
così come sulla scena, ma io semplicemente non penso che gli anziani come me
siano intrinsecamente gente migliore, migliori giocatori, migliori attivisti,
migliori organizzatori, migliori insegnanti, più etici, o in qualunque modo
praticanti superiori, in comparazione con i più giovani o più recenti membri
della scena. Diffondere questa idea dell’anzianità sulla scena può danneggiare
il divertimento per i nuovi venuti o per quelli che non sono strettamente
connessi con quelli che dirigono o animano la scena. E cosa succede quando
qualcosa smette di essere divertente? Spesso queste persone lasciano la scena
cercando altrove un posto dove trovare allegria e divertimento.
Smettiamo di inginocchiarci all’altare di qualcuno solo
perché è stato sulla scena per un sacco di tempo e rendiamola più divertente
esaltando ogni persona individualmente. E, sì, questo significa che spesso i
più giovani e più nuovi praticanti dovrebbero essere considerati più meritevoli
di fiducia e rispetto di molta gente più
anziana e teoricamente più esperta.
Una volta che i novizi si sono ripresi dallo stress di
qualificarsi come praticanti, si trovano di fronte allo stress di riuscire a
stringere legami con altri che condividano le loro preferenze.
A volte la facilità con cui possiamo entrare in contatto con
gli altri, leggendo la spesso meticolosa lista delle loro preferenze sessuali
dettagliata sui profili on line, potrebbe in realtà lavorare contro di noi.
Certe volte spazza via tutto il divertimento.
Diciamo che trovi una lista di 15-20 preferenze sessuali sul
profilo di qualcuno. Ne noti uno o due che non ti piacciono.
Credo che la tendenza, per molti di noi, sia quella di
ignorare quella persona perché i suoi interessi non coincidono
“esattamente” coi nostri. Stessa cosa per le posizioni sessuali, i ruoli, il
fisico, e così via. Non esiste che due persone facciano una coppia perfetta.
Semplicemente, non è il modo in cui la nostra sessualità funziona. Siamo tutti
assolutamente unici nella specifica combinazione di fisicità, interessi erotici
e chimica che guida la nostra sessualità e fa scattare la compatibilità.
Qualche volta, persa nella confusione dei contatti sessuali
che tutti andiamo cercando, c’è la semplice ricerca di qualcuno che sembri
interessante ed il tentativo di scoprire quel che potrebbe funzionare
eroticamente col tempo, attraverso il dialogo. In mancanza di un dettagliato
riassunto sessuale, siamo costretti ad impegnarci a dialogare con qualcuno, per
scoprire i suoi interessi, necessità e desideri.
Francamente, questo tipo di approccio è molto più divertente
per la maggior parte di noi, cercare di scoprire un terreno erotico comune in
questo modo, piuttosto che usare il suo profilo come riferimento, accompagnato
solo da pochi, veloci messaggi scambiati on line
Cerchiamo di salvaguardare il divertimento del rimorchio e
la ricerca di affinità, e smettiamola di ridurci ad una lista di pratiche di
cui siamo tecnicamente esperti, o a qualche arbitrario riassunto di precedenti
esperienze SM, frequentazioni di club, o che altro. Limitiamoci a divertirci
come kinksters che vogliono incontrarsi e giocare tra loro. Cerchiamo di
inventarci eventi ancora più creativi ed altri modi di incoraggiare i kinksters
ad incontrarsi, socializzare, organizzarsi, condividere ed imparare e, sì,
rimorchiare. Internet c’è e resterà, ma questo non significa che non lo si possa
usare come strumento e non considerarlo come il nostro unico mezzo di contatto.
Consideriamo adesso il sistema dei Leather Contest2,
che si è così evidentemente trasformato andando molto oltre quel che gli
originali creatori di questi concorsi immaginavano. E questi concorsi oggi
spesso dominano la scena leather in termini di tempo, denaro e attenzione.
So perfettamente che gran parte di questo weekend ruota
intorno ad un concorso. Io non ho nulla contro i concorsi. Sono stato un
vincitore anch’io nel lontano passato, sono stato giudice in innumerevoli
concorsi, e molto vicino ad una gran quantità di produttori, volontari,
concorrenti e vincitori. Tutti sono ottime persone. Ma così come ho cambiato il mio
punto di vista sull’educazione al kink, ugualmente ho cambiato la mia opinione
sui concorsi. E’ sempre una buona cosa riflettere da capo su qualcosa, ed io ho
fatto così con i concorsi.
Per come la penso, questi concorsi sono spesso fraintesi
rispetto a quel che realmente sono e anche rispetto a quel che realmente sono I vincitori.
Troppo spesso sento dire che partecipare ad un concorso è un ottimo modo per un
principiante per entrare nella scena. Mi sono stupito la prima volta che l’ho
sentito dire, ma ormai lo sento così spesso che mi viene di alzare gli occhi al
cielo quando lo sento.
Cioè, buttate un principiante in un concorso che giudicherà
la sua competenza come praticante quando hanno appena messo piede nella scena.
Ma vi sembra una cosa divertente per quella persona? Non sembra un gran casino?
Non è come mettere il carro davanti ai buoi?
Un palcoscenico non è propriamente il luogo adatto ad
imparare e ad entrare nella nostra scena.
Ora, considerate I criteri di giudizio adottati in
praticamente tutti I concorsi leather. I concorrenti sono bombardati di domande
spesso storicamente oscure o
profondamente inquisitorie sul loro punto di vista sulla scena o sulla
loro identità come praticanti. E molti concorrenti non danno alle domande più
critiche una risposta veritiera, piuttosto rispondo quel che pensano i giudici
vogliano sentire.
E questo può finire col consentire ad un minimo comun denominatore
di affermarsi al posto dell’unicità delle persone e delle prospettive. Quelli
che hanno un approccio personale, o pensano fuori dagli schemi prestabiliti,
sono spesso sottovalutati per non essere il linea con la specifica prospettiva
che molti giudici sostengono. Questo non è divertente.
Ai concorrenti viene chiesto di fornire una “Immagine
leather”, qualunque cavolo di cosa sia, perché dopo quasi 45 anni di
frequentazione della scena non sono ancora sicuro di cosa possa essere, e sono
anche sicuro che anche i concorrenti sono altrettanto confusi da un criterio
così nebuloso. Quello che considerano una auto immagine godibile può non avere
nulla a che fare con quel che un dato insieme di giudici o abituè della scena
considerano una immagine sexy.
Dunque,
pensateci un momento. Per quale motive 15000 gay partecipano all’International
Mr. Lethar weekend ogni anno? Perchè
l’intero evento è basato sul divertimento. Certo, ci sono voluti molti
anni perchè crescesse e si sviluppasse, ma la gente non avrebbe continuato a
partecipare se non fosse stato divertente. Pochi corsi. Pochi discorsi, a meno
che non consideriate il concorso in sè, discorsi che comunque, francamente,
solo una piccola percentuale dei partecipanti ascolta. Un mucchio di shopping. Molto poca raccolta
fondi. Un’infinità di feste, balli ed altri eventi sociali. E tanto ma
tanto sesso, sia grazie ai party organizzati e sia grazie al fatto, e penso sia
molto più importante,che le persone si
incontrano e si rimorchiano a vicenda.
Confrontate l’IML con molti altri eventi, come per esempio
le tante conferenze che abbiamo. Sono strettamente organizzate. Sono inzeppate
di corsi che offrono poco altro da fare nel loro intervallo di tempo che stare
seduti in classe guardando dritti davanti a sé ascoltando qualcuno che parla. I
frequentatori sono talvolta tartassati da una valanga di richieste di denaro
per le frenetiche raccolte fondi che permeano l’intero evento. Persino le feste
a questi eventi sono spesso strettamente regolamentate con una raffica di regole
e divieti che impediscono di ottenere il tipo di esperienze erotiche e sessuali
che vorreste avere perché bisogna accontentare il punto di vista degli
organizzatori a proposito di cosa sia o non sia appropriato come gioco
pubblico.
Io sostengo che per la maggior parte dei praticanti tutto
questo non è affatto divertente. O per lo meno, non divertente al massimo.
Molta di questa roba è del tutto priva di interesse. Penso che molto di quel
che viene organizzato a questi eventi serva ad alimentare quello a cui spesso
mi riferisco come il Sancta Sanctorum della nostra Scena, gente già altamente
organizzata e connessa, o quella politicamente connessa col lavorìo interno
alla scena. Comunque sia, costoro non rappresentano la vasta maggioranza dei
praticanti. I quali non vogliono partecipare ad una discussione su come
organizzare un club. Non vogliono seguire un ennesimo corso introduttivo al
SM. Non vogliono giocare in un ambiente che è completamente contrario a come
giocherebbero in privato o in un ambiente più libero. In breve, quel che la
maggior parte dei praticanti vuole è divertirsi col proprio fetish. Vogliono
fare sesso e giocare. Vogliono socializzare e rimorchiare. Vogliono ballare e
festeggiare. Vogliono stringere legami. Diamo a questa gente più opportunità di
fare queste cose e le presenze agli eventi aumenteranno, insieme all’apprezzamento
per quegli stessi eventi.
Guardate anche al credo BDSM che così spesso propagandiamo. Sano,
Sicuro e consensuale. O a quello nuovo che è diventato il favorito da molti
oggi, Risk Aware Consensual Kink, RACK. Notate che non c’è alcun accenno al
divertimento.
Quando la comunità adottò il credo “sano, sicuro e
consensuale”, fui contentissimo. Ai suoi tempi servì benissimo al suo scopo.
Quando fu soppiantato dal RACK mi piacque lo stesso e quella è la frase che uso
quando ho bisogno di trasmettere qualche consiglio rapido ad un novizio.
Ma ora che la scena ha completamente adottato questi due
motti, penso che sia ora che si cominci a menzionare il divertimento tutte le
volte che pronunciamo quelle frasi, in modo da non perdere il senso del perchè in primo luogo facciamo tutto questo. Già nel 1992, quando pubblicai il mio
libro sul BDSM, incoraggiavo tutti ad aggiungere il divertimento a quel che
allora era l’onnipresente mantra Sano, Sicuro e Consensuale, perché talvolta il
modo quasi clinico con cui trattiamo e sperimentiamo il BDSM finisce per
contrastare la possibilità di divertirsi. Almeno per la maggior parte della
gente.
Ora, io so che lo scopo del motto è essenzialmente di promuovere
un senso di sicurezza ed un comportamento accettabile, ma penso che non
riferirsi al divertimento come una parte integrale, in realtà la parte più
importante, di quel che ripetiamo continuamente potrebbe trasmettere il
messaggio sbagliato.
Il BDSM, come per la verità tutto il kink ed il sesso, si
suppone dovrebbe essere divertente. Se non lo fosse perché diavolo chiunque
dovrebbe farlo. Perciò cerchiamo di menzionare sempre il divertimento quando
parliamo di Sano, Sicuro e Consensuale, o di Risk Aware Consensual Kink. Cerchiamo
di fare il modo che i nostri amici praticanti comincino a dire a se stessi “ ho
abbastanza informazioni, ho stabilito criticamente quali sono i rischi, questa cosa è consensuale, e, altrettanto importante, se non di più, questa cosa
è divertente?”. Facendo questo, ci assicuriamo che tutti abbiano non solo
esperienze congruenti con la sicurezza ed un accettabile livello di rischio, ma
anche esperienze godibili e soddisfacenti.
Così, vi ho dato qualche esempio del perchè penso che qualche volta
dimentichiamo di porre l’enfasi sul divertimento in questa nostra meravigliosa
scena. Avrei potuto darne altri. Io non intendo denigrare nessuno, nessun
gruppo, evento od istituzione, ma semplicemente incoraggiare a focalizzarci sul
divertimento più di quello che talvolta facciamo.
Quando siete sul punto di fare qualcosa all’interno del
regno Kinky e Leather, sia individualmente che come parte di un gruppo,
chiedetevi: “Lo sto rendendo divertente? Potrei renderlo più divertente?”. Certamente
ci sono cose che talvolta dobbiano fare che non sono divertenti per niente, ma
io non voglio far parte di una scena che non è in grado di considerare il
divertimento come una direttiva primaria. E non credo che neanche la maggior
parte di voi vorrebbe essere parte di una scena del genere.
Consentitemi di lasciarvi con una citazione di una delle mie
attrici favorite, Katherine Hepburn. Una volta disse: “Se dai retta a tutte le
regole, ti perdi tutto il divertimento”. E davvero certe volte le regole
esistono solo per essere infrante. Certe volte le regole davvero impediscono di
divertirsi.
Amatevi l’un
l’altro. Siate gentili gli uni con gli altri. Stringete legami tra di
voi. Fate sesso e giocate.
Siate il tipo di persona o di praticante che volete essere. E non dimenticate
mai di divertirvi nel frattempo.
Grazie per il vostro tempo. Via amo tutti e vi auguro una
vita felice, sana, perversa e divertente. Che è esattamente quello che meritate.
Buonasera.
Note
1) Back to Black Locuzione americana che
ha il senso di “tornare a quel che già si conosce”. Tentare qualcosa di nuovo,
capire che non fa per noi, e tornare a quel che già si conosce.
Ma anche: smettere di fingere per compiacere gli altri e tornare ad essere quel
che si è veramente.,
2) Leather Contest I contest sono una
particolarità della scena gay leather americana che non mi pare siano altrove
diffusi. Una via di mezzo tra un
concorso di bellezza e un test attitudinale, praticamente tutti i più noti nomi
della Scema gay leather americana vi hanno preso parte di volta in volta come concorrenti e giudici.