I video sm sono legali? Risponde: Avvocato 25/08/2011
Domanda Da un sito che non avevo mai visitato ho trovato il link a un video spanking, ma mi ha portato su una pagina dove la polizia avvisava che era stato bloccato perchè pedopornografico.
L'immagine di presentazione del video era identica a tanti simili perciò mi chiedo se la legge consideri illegali i video sm in genere.
Risposta La risposta è in realtà contenuta nella tua domanda :-)
Il fatto che tu sia entrato in quel sito, ti fa comprendere che non tutti i video nè il sito stesso erano stati bloccati.
In realtà ciò che è avvenuto è che quel video in particolare -al di là della presentazione- contenesse materiale pedopornografico, questo sì vietato nel nostro diritto e perseguibile per legge.
Come noterai nei siti sm come nei siti per adulti, in homepage ci sono sempre avvertenze che chiariscono la necessità di essere adulti per approcciarsi a quanto in essi contenuto.
Al contrario tutti i siti che contengano immagini di minori usati o abusati sessualmente sono proibiti a chiunque, indipendentemente dall'età.
Contro la sua volontà Risponde: Avvocato 10/06/2011
Domanda Salve, ho un grosso problema che mi preoccupa molto.
Ho conosciuto in rete una schiava trav che veniva da una pessima esperienza con un suo ex padrone il quale, oltre varie umiliazioni e violenze, la sfruttava. Grazie al rapporto con me questa "relazione" si è interrotta ma il precedente "padrone" si è rifatto vivo arrivando a isolarla impedendole qualsiasi comunicazione con me, pena ulteriori violenze su di lei. Ho inoltre la sensazione che sia sedata per impedirle di allontanarsi.
Risposta Credo che nel caso specifico, se quanto le viene riferito è vero, vi siano gli estremi di reati molto gravi nel nostro ordinamento quali il sequestro di persona, la prostituizione e la riduzione in schiavitù: tutto ciò ha ben poco a che fare con l'SSC che regola il bdsm.
Non credo ci siano alternative dunque se non rivolgersi immediatamente alla polizia, offrendo tutti i dati in suo possesso, sia a tutela della persona di cui parla che sua.
Sito bondage e legge italiana Risponde: Avvocato 28/04/2011
Domanda Buongiorno. Nella speranza di essere meno contorto possibile e che questa domanda possa servire ad altri sul sito, con la presente vorrei chiedere un'informazione legale riguardante la messa online di un sito di foto bondage senza nudo e senza atti espliciti.
Al di là delle regole fondamentali quali: far firmare una liberatoria fotografica e sulla privacy alle modelle e avere tutti i requisiti per poter aprire un sito (come avviene per qualsiasi spazio web, vedi disclaimer nella home-page ed eventualmente la giusta regolamentazione a livello fiscale), per non incappare in eventuali incomprensioni o denunce da parte delle autorità, delle modelle o dei visitatori, è possibile far entrare tali scatti che non rientrerebbero nell'ambito esplicitamente erotico e sessuale in un contesto di pura FICTION paragonandoli ad esempio alle tante scene che si vedono nei film (thriller, polizieschi, etc…) e quindi regolare il rapporto con la modella con un contratto/liberatoria che mallevi il fotografo da eventuali ritorsioni?
Nello specifico, mi pare di aver compreso attraverso gli altri messaggi che non esiste modo di dichiarare un atto di violenza consensuale poiché non è previsto dalla legge italiana, ma là dove l'argomento è trattato solo a livello di finzione cinematografica (anche se indubbiamente si priva la libertà di una persona in una o più foto che rimangono agli atti in quanto pubblicate sul web), c'è un modo per regolamentare tutto ciò? Quando una modella in un thriller viene legata per copione cosa dichiara? Il solo fatto di essere legata in foto pur firmando la liberatoria di consensualità e di accettazione volontaria di sottoporsi al servizio fotografico e conseguentemente alla pubblicazione delle foto, potrebbe bastare per sporgere una denuncia per violenza?
Sarebbe bello sapere se in Italia esiste un modo sicuro per poter lavorare e vivere di una passione senza incappare in inutili problemi. Grazie mille.
Risposta Le regole di apertura di siti a tema soggiacciono tutti alla normativa vigente. Basta leggere la pagina d'entrata di questo sito ed il regolamento nelle specifiche sezioni.
Quanto alla fiction, una volta dichiarato il tema e sottoscitto un contratto (che deve essere assolutamente dettagliato) con le modelle, resta il problema, senza rimedio, che un giorno qualcuno sollevi l'eccezione di non aver posato liberamente e di essere stata sottoposta a violenza, da cui una denuncia e così via e non solo e non tanto nei confronti del fotografo, ma di chi pubblica e compie gli atti "incriminati".
Suggerisco di rivolgersi preventivamente ad un collega specializzato nel web.
Ricatto consensuale Risponde: Avvocato 08/04/2011
Domanda Come si comporta la legge in merito al "ricatto consensuale" con la minaccia di pubblicare fotografie esplicite?
Esso puo diventare non consensuale in qualsiasi momento e legalmente perseguibile?
Risposta Il ricatto consensuale non esiste nel nostro ordinamento.
Se le foto ritraggono la persona che non intende vederle pubblicate è possibile rifarsi alla legge sulla privacy, non trattandosi di personaggi pubblici.
Ove semplicemente le foto siano detenute da persona che non le ha pubblicate, è possibile richiederne la formale restituzione (va da sè che la controparte potrebbe negare di esserne in possesso).
Dichiarazione di consensualità preventiva (Violenza consensuale) Risponde: Avvocato 10/02/2011
Domanda Il BDSM si basa sulla consensualità, ma sono sempre e solo consensi verbali. Sappiamo benissimo di rapporti di appartenenza finiti in maniera burrascosa, nel segno del tradimento, di sogni infranti, rinfacciando all'ex Master ogni azione prima accettata.
E se la slave decidesse di vendicarsi con una denuncia per violenze? Usando come prova foto, scritti e quanto in suo possesso?
Dopo aver visto storie di "amore eterno" finire in guerre all'ultimo sangue non sarebbe meglio che il Master si cautelasse con una dichiarazione di consensualità?
E' possibile e se sì, come?
Grazie
Risposta Chiariamo subito che una dichiarazione di violenza consensuale non avrebbe nel nostro diritto alcun valore giuridico, costituirebbe un atto nullo e contra legem.
Vale forse più la pena soffermarsi un attimo sulle prove che verrebbero allegate ad una eventuale denuncia, e dunque foto che mostrino lesioni guaribili in più di 20 giorni e che siano inequivocabilmente riferibili ad un soggetto; scritti che costituiscano una "confessione", o cosa?
Suggerirei in tal senso non solo una forma severa di responsabilità ma anche un minimo di buon senso, insomma un' attività di prevenzione.
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